Chiesa locale

Siamo “cercatori di Dio”

Veglia di Pasqua. Omelia e photogallery

Il sabato santo, giornata di silenzio e preghiera, conclude il triduo pasquale e conduce alla domenica della Resurrezione. La veglia pasquale è la madre di tutte le veglie, è la più suggestiva perché segna il passaggio dalle tenebre alla luce.

 

Il fuoco attinto dal cero pasquale è l’emblema del Cristo vittorioso, che è luce, vita. Nella veglia di Pasqua «stiamo celebrando il compimento, l’attualizzazione delle antiche promesse» afferma consapevole Mons. Cornacchia. Per quanto la pandemia ci indurrebbe «a restare al di là della pietra tombale nel regno delle tenebre, dobbiamo far prevalere la fiducia, la speranza e la vita».

 

Come ricorda l’evangelista Giovanni, solo il chicco di frumento che cade in terra e muore porta la nuova vita. «La croce deve essere manifestazione di amore, vicinanza e speranza» ha ribadito il Vescovo, che ha richiamato la via crucis di papa Francesco, durante la quale ha chiesto per tutta l’umanità il dono della speranza, quale compimento di una promessa e di un’attesa.

 

A ricevere il primo annuncio della resurrezione del Signore sono state le donne, la cui rivelazione è considerata come un vaneggiamento. Sarebbe bello, dice Mons. Cornacchia, se chi ci frequenta quotidianamente potesse riconoscerci come “cercatori di Dio” e innamorati di Gesù. Questo l’augurio più grande, valido non solo per la Pasqua.

 

Accade che non siamo più noi a cercare il Signore, è Lui che si mette sulle nostre tracce, che ci apre la strada, anticipa i passi nella direzione verso cui ci orientiamo. «Il Signore ci conceda di vivere questa bella impresa: la conversione, che è rialzarsi dal fango del peccato».

 

Dovremmo essere testimoni del Risorto solo con la nostra condotta, con la vita. Gesù è la luce, la via, l’amore che si fa sentire, ci sta accanto. «Siamo stati chiamati definitivamente ad uscire dalla penombra della morte, dalla lunga notte che ci ha rinchiusi nella sofferenza, nella disperazione tante volte. Anche un lucignolo acceso nel grande buio è ben visibile; anche un piccolo lumino si vede a distanza, non c’è bisogno di orientarsi verso un grande falò. E il poco deve poter crescere» ha esortato don Mimmo, incoraggiando ad alimentare la luce della fede e a confidare con speranza nel Signore.

 

Auguri di resurrezione, allora!

 

Susanna M. de Candia

 

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