Dopo aver raccolto le sintesi delle parrocchie, delle Associazioni, dei vari organismi di partecipazione, e della CDAL, i referenti parrocchiali si sono riuniti in gruppo di lavoro elaborando la sintesi cittadina. Dalle quattro sintesi cittadine, I referenti diocesani, don Vito Bufi e Anna Salvemini, aiutati da alcuni referenti cittadini, hanno elaborato la stesura finale della relazione diocesana inviata alla segreteria nazionale del Sinodo a Roma.
Di seguito riportiamo un estratto della relazione che potrà essere consultata nella versione integrale al seguente link.
A conclusione di questo percorso sinodale emerge la necessità forte e pregnante di maturare una vera mentalità sinodale, quel camminare insieme che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, quel vivere ciò che siamo, cioè un corpo ecclesiale che fa le cose insieme, gli uni per gli altri.
La sinodalità aiuta a rendere più sinfonica la comunità ecclesiale. Camminare insieme per i cristiani, dice Papa Francesco ”non è una strategia per far maggiormente valere il nostro peso, ma è un atto di obbedienza nei riguardi del Signore e di amore nei confronti del mondo”.
La Chiesa sinodale è una chiesa in ascolto, un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare, un ascolto del dare e del ricevere, un ascolto attivo; ascoltare è arricchirsi, ed essere ascoltati è aprirsi, espandersi verso l’altro.
La preoccupazione dunque non deve essere quella di riempire le chiese, ma lavorare sulla conversione spirituale e pastorale, personale e comunitaria, e pregare per chi non ha ancora conosciuto l’amore di Dio.
è necessario che gli adulti si riapproprino del ruolo di custodi del vero significato della tradizione cristiana facendosi trainare dall’entusiasmo e dall’energia dei giovani, propensi al rinnovamento.
L’impegno delle varie comunità ecclesiali deve essere quello di trasmettere la gioia di vivere come discepoli e seguaci di Cristo e impegnarsi ad ascoltare e accogliere la Parola di Dio e di sostenere nella carità le fragilità di tutti con attenzione e comprensione amorevole. La comunità sul territorio parrocchiale deve crescere nello stare accanto all’altro e tenere lo stesso passo così da dimostrare di essere comunità a servizio dei poveri e di coloro che hanno bisogno di una buona parola: il Vangelo.
Dalle diverse proposte condivise all’interno sono così venuti fuori tre atteggiamenti che potrebbero guidare con nuovo entusiasmo sacerdoti e laici nell’opera di “uscita dal sagrato” verso i fratelli lontani dalla dimensione comunitaria. Atteggiamenti che si possono così riassumere:
- Accogliere: per sforzarsi di realizzare autentiche accoglienze evangeliche è necessario uscire dai confini del sagrato, così da rendere la parrocchia un luogo in cui potersi sentire accettati, ascoltati e compresi;
- Attrarre: in un mondo che offre tantissimi input per giovani e adulti, l’attrazione verso la vita comunitaria passa per l’entusiasmo delle esperienze semplici, delle attività ricreative, dei momenti di fede condivisi, da cui scaturisce la gioia di essere una comunità che cresce e si forma insieme;
- Testimoniare: ognuno, con la propria piccola esperienza di vita e di spiritualità, può farsi testimone della bellezza di un Dio che ama, che perdona le fragilità umane e non si stanca di camminare a fianco della gente.
Piuttosto che aspettare l’altro, è necessario andare incontro all’altro e diventare sempre più Chiesa in ascolto creando occasioni di incontro e accoglienza, scoprendo la bellezza dello stare insieme e della condivisione.