Chiesa locale

Obrigado! Messaggio del vescovo Domenico per l’inizio del nuovo anno scolastico 2023-2024

Il messaggio sarà distribuito agli alunni e ai docenti delle scuole della diocesi

Carissima/o,
quest’anno ho pensato di farmi prossimo a voi per augurarvi un buon anno scolastico riprendendo le parole di speranza che Papa Francesco ha rivolto ai giovani a Lisbona, in occasione della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù.

 

A scandire questo mio messaggio sarà una parola che spesso noi svalutiamo o che, addirittura, diamo per scontata, la stessa che ha tappezzato le strade portoghesi lo scorso agosto: “obrigado”, che nella lingua italiana traduciamo con “grazie”. Questa parola – che vi invito a riscoprire – «non esprime solo gratitudine per ciò che si è ricevuto, ma anche il desiderio di ricambiare il bene» (Papa Francesco)

 

Pensiamoci… quante volte diciamo grazie durante la giornata? E quante di queste sono intrise di vera riconoscenza? Proviamo, insieme, a dire grazie per ciascuna lettera che compone il saluto portoghese.
Grazie, anzitutto, al vostro OGGI, ai sogni grandi che coltivate anche se “spesso li vedete offuscati dal timore di non vederli realizzati; alle volte in cui pensate di non farcela a causa della tentazione di scoraggiarvi, di giudicarvi forse inadeguati o di nascondere il dolore mascherandolo con un sorriso”. Al tempo stesso siamo noi adulti, e la società intera, a dirvi grazie per essere l’oggi di questo mondo che sembra incidentato: siete il presente che, grazie alle sue scelte e al suo stile, pone le basi di un futuro più equo, solidale e inclusivo.

 

Grazie al vostro BRILLARE, senza riflettori e senza rifiniture. Mi piace pensare a voi come stelle che brillano di luce propria, che non hanno bisogno di altre fonti luminose per rischiarare il buio, proprio come direbbe il Venerabile don Tonino Bello: “Nella vita non dobbiamo fare faville, non dobbiamo fare scintille, dobbiamo fare luce”.
Continuate ad essere sempre luminosi, a non preoccuparvi di esibire un’immagine perfetta, ben ordinata, ben rifinita, a mostrarvi per ciò che siete, senza filtri e senza maschere, ad impegnarvi per fare opere di amore.

 

Grazie per tutte quelle volte in cui non dimenticate le vostre RADICI: non si può portare frutto se non si dà una attenta cura alle radici, che sono “i nostri nonni, che ci hanno trasmesso la fede, che ci hanno trasmesso l’orizzonte di una vita. Sono le nostre radici”.

 

Grazie per la vostra INQUIETUDINE.
“L’inquietudine è il miglior rimedio all’abitudine, a quella normalità piatta che anestetizza l’anima. Ciascuno di noi ha dentro di sé le proprie inquietudini. Portiamo con noi queste inquietudini e portiamole nel dialogo tra di noi, portiamole con noi quando preghiamo davanti a Dio”.

 

Grazie per la vostra GIOIA. La gioia che si basa sulle cose svanisce facilmente. Spesso si rivela inconsistente una felicità troppo facilmente promessa attraverso il successo, il piacere, il benessere. Ci ricorda il Papa: “Gesù… vi conosce, conosce il cuore di ognuno di voi, conosce la vita di ognuno di voi, conosce le gioie, conosce le tristezze, i successi e i fallimenti, conosce il vostro cuore”.

 

ASCOLTARE noi, anche se con buona volontà, ci mettiamo su strade che sembrano di amore, ma in definitiva sono egoismi mascherati da amore. State attenti agli egoismi mascherati da amore! Ascoltalo, perché Lui ti dirà qual è il cammino dell’amore. Ascoltalo.

 

Grazie per le vostre DOMANDE; ce ne sono alcune di cui non si può fare a meno come interrogarsi sul senso ultimo della vita, sulle scelte decisive, sui valori da ricercare. “Non stancatevi mai di fare domande! Fare domande è giusto, anzi spesso è meglio che dare risposte, perché chi domanda resta “inquieto” e queste domande che con la vita diventano risposte, dobbiamo soltanto aspettarle”. Senza il fiore delle domande che sbocciano come tanti petali, non si ha poi il frutto delle risposte che indicano una meta nell’itinerario della vita.

 

L’ultimo grazie lo rivolgiamo a Gesù, la VIA, ODÒS. Egli “cammina per me. Dobbiamo dirlo tutti. Gesù intraprende questo cammino per me, per dare la sua vita per me. E nessuno ha più amore di chi dà la vita per i suoi amici, di colui che dà la vita per gli altri. Non dimenticate questo: nessuno ha più amore di chi dà la vita, e questo lo ha insegnato Gesù”.

 

C’è una cosa molto interessante: Dio ama per sorpresa, non è programmato. L’amore di Dio è sorpresa. Sempre sorprende, sempre ci tiene svegli e ci sorprende.
Gesù cammina, ma spera qualcosa, spera la nostra compagnia, spera che guardiamo… Non so, spera di aprire le finestre della mia anima, della tua anima, dell’anima di ciascuno di noi.
Come sono brutte le anime chiuse, che seminano dentro e sorridono dentro! Non hanno senso. Gesù cammina e spera con il suo amore, con la sua tenerezza, di darci consolazione, di asciugare le nostre lacrime.

 

+ Domenico Cornacchia