Il sogno divenuto realtà

6 maggio 2018
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A volte ci sorprende un dubbio: qual è il confine tra sogno e realtà? Il sogno si muove dal nostro inconscio e vorremmo che in alcune circostanze divenisse realtà.
Quanto è avvenuto lo scorso 20 aprile, lo sappiamo tutti, non è un sogno ma una realtà, un evento che rimarrà indelebile nella storia della nostra amata Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, ma soprattutto nei nostri cuori, nei nostri occhi. L’attesa di poter accogliere tra noi Papa Francesco, il Successore dell’Apostolo Pietro, è stata ampiamente ripagata. Abbiamo lavorato al meglio, in sinergia, pregando soprattutto, perché l’evento della visita del Pontefice non fosse semplicemente un meteorite, ma una nuova ripresa nel cammino di noi tutti, credenti e
non, piccoli e grandi, sani e malati, bisognosi e benestanti.

Ora tocca a noi riportare nella realtà quotidiana il sogno dei giorni scorsi. Il Papa ci esorta a vivere per, cioè “a causa di”. “Il Pane e la Parola” del Divin Maestro devono essere ciò che ci dà grinta, energia nel pellegrinaggio terreno. Dobbiamo, inoltre, avere uno scopo chiaro e ben preciso verso il quale tendere, essere sempre orientati. Ovvero, siamo impegnati a fare alleanza con il mondo, ad amare il mondo, a volergli bene, a prenderlo sotto braccio, a usargli misericordia! Nostro Signore ci ha inviato ad essere nel mondo, non solo per sfiorarlo o per guardarlo da lontano con occhio compassionevole, ma ad esserne lievito di amore e comunione. Siamo tutti chiamati, con la qualità della nostra vita e della nostra fede, ad introdurre, nelle vene della storia, nuova linfa di speranza e di fiducia.
Usando una bellissima immagine di Mons. Bello: “Anche noi siamo su una zattera che ondeggia sotto gli urti della storia. Anche noi, come Noè, leviamo lo sguardo verso il cielo per vedere se, da qualche parte, compare la calotta dell’arco- baleno. Ecco: tra diluvio e arcobaleno. Dovremmo essere i cantori dell’arcobaleno, coloro che scrutano l’arrivo della colomba mandata da Noè. Il nostro compito di credenti, oggi, non è di macerarci negli eventi della perversità del mondo, ma di scrutare l’arrivo della colomba, per scorgere nel firmamento questo allargarsi dell’arcobaleno”. (A.Bello, Tra diluvio e arcobaleno. I giovani e l’impegno profetico, San Giovanni Rotondo 30 settembre 1990).
Quanto il Santo Padre ci ha raccomandato ed affidato nei nostri cuori, sia una scommessa che dobbiamo vincere. L’amato pastore, il Servo di Dio Mons. Antonio Bello, affacciandosi dal Cielo, avrà sorriso, ci avrà benedetti. Egli sia il modello di vita cristiana che dobbiamo prendere in seria considerazione nel nostro parlare e nel nostro agire.
A confronto di tanti altri popoli e città, doverosamente dovremmo ritenerci fortunati. Sforziamoci di meritarci questa benevolenza della Chiesa! Il colpo d’ala che Papa Francesco ha dato alla nostra comunità diocesana, ci faccia riprendere il volo verso cieli nuovi e terre nuove dove regnano pace, amore, giustizia e solidarietà. Con don Tonino facciamo diventare “storia” ciò che molti ritengono “utopia”.

+ Don Mimmo Cornacchia, Vescovo

Molfetta
06-05-2018