Veglia della pace

Molfetta, 29 gennaio 2017
29-01-2017

Carissime amiche e carissimi amici, cari sacerdoti ed organizzatori di questa Veglia, grazie, grazie per aver accolto il mio invito a non dimenticare il grandioso evento che questa nostra Città e Diocesi ha vissuto l’ultimo giorno del 2015, ospitando la Veglia per la Pace, organizzata da PAX CHRISTI!
Sono molto felice!
Vogliamo, insieme, rafforzare la memoria con il passato, tessendo i vincoli della continuità e della ricerca di ciò che costruisce, difende e garantisce la Pace!
Questa è una terra benedetta dal ricordo, dalla invisibile, ma assai eloquente presenza, di chi fu un vero profeta di pace: Mons. Tonino Bello. A noi è stato affidato un prezioso e anche fragile testimone che deve diventare una fiaccola, un trofeo, un vomere che apra nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e nella società, nuovi solchi in cui dobbiamo deporre semi di speranza e di pace.
Tante volte noi ringraziamo il Signore per ciò che riceviamo, per le cose che abbiamo, per i traguardi che raggiungiamo. Ok! Va bene! Questa sera, invece, dobbiamo pensare alle cose che… ancora non abbiamo o che non siamo riusciti a raggiungere! Con fiducia, inseguiamo quelle altre che ci sembrano impossibili, ma che sono semplicemente difficili da realizzare! La pace non è impossibile: è solo difficile!
In un’epoca in cui, in tempo reale, si vede, si gusta, si raggiunge qualsiasi traguardo, ci sentiamo venir meno nel momento in cui i nostri desideri non si sono realizzati o semplicemente vengono rinviati! Dobbiamo attendere! Però, attendere è tendere verso qualcosa, verso un obiettivo! “Essere in Attesa” è anche aspettare un bimbo, accogliere una vita che nasce! Mai dobbiamo perdere di vista l’obiettivo:

LA PACE, COME FRUTTO, PIUTTOSTO CHE COME PUNTO DI PARTENZA!

Noi, quest’oggi, abbiamo voluto fare un pit-stop, abbiamo ripreso fiato, abbiamo voluto contarci, guardarci negli occhi e dire ai nostri vicini: ho bisogno di te, camminiamo insieme, rallenta il passo perché non ce la faccio, dammi una mano! Costruiamo insieme sentieri che portano alla pace! La Pace che vogliamo, però, non è quella che ci offre il mondo, ma Gesù!
Miei cari, abbiamo bisogno – ci esorta Papa Francesco – di apprendere lo stile nuovo della pace, quello della non-violenza, in cui esercitarci partendo proprio dalle nostre case, dai nostri condomini, dai nostri circoli, ecc.

Nostro Signore non è venuto a regalarci la pace, ma a mettere nel nostro cuore soltanto semi di pace!
Noi dobbiamo semplicemente coltivarli, vegliare sulla loro crescita e sul loro sviluppo.
Alla violenza delle parole, dei gesti, delle manifestazioni …, facciamo posto a gesti di pace, di remissione, di umiltà, di pazienza, di fiducia! Ricordiamo che nella vita, a volte, per essere vincenti, bisogna saper essere perdenti!
Soprattutto camminiamo insieme, muoviamoci insieme, gridiamo insieme! Gli antichi dicevano: “vis unita fortior” (si diventa più forti, insieme)!
“La pace, prima che traguardo, è un cammino. E, per giunta, è un cammino in salita. La pace non è un «dato», ma una conquista; non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno ” (+ Tonino Bello 1986).
Papa Francesco ha detto l’altro giorno, consegnando il messaggio per la giornata mondiale delle Comunicazioni sociali del 2017, che occorre “guardare la realtà con gli occhiali giusti”! Mi viene in mente quanto Mons. Bello si chiedeva al suo ritorno da Sarajevo, solo poche settimane prima della sua morte:
“Attecchirà davvero la semente della non violenza? Sarà davvero questa la strategia di domani? È possibile cambiare il mondo col gesto semplice dei disarma- ti?”. Rispondiamo: sì! Questa è la strada non dell’utopia, ma dei credenti, dei profeti, degli autentici sognatori ad occhi aperti! AUGURI!

+ Domenico CORNACCHIA, Vescovo