Luce e Vita - Attualità

47% di analfabeti? Riflettiamo

Articolo pubblicato su Chiesa Nuova e su Luce e Vita

lettura giornale

Rispondendo ad una lettrice, in D la Repubblica delle Donne del 9 ottobre scorso, che chiedeva “perchè le idee talvolta si irrigidiscono, talvolta si assopiscono, talvolta come le stelle si spengono”, Umberto Galimberti scriveva del fatto che, secondo i dati Ocse “il 47% dell’umanità è analfabeta, e noi italiani siamo all’ultimo posto in Europa per la comprensione di un testo scritto”. Secondo il filosofo, accademico e psicoanalista, la ragione sta nel fatto che “le cose che i giovani d’oggi conoscono non le possiedono per averle lette da qualche parte, ma per averle semplicemente viste in televisione, al cinema, sullo schermo di un computer, oppure sentite dalla viva voce di qualcuno, dalla radio o da una cuffia inserita nelle orecchie”. Del resto è sempre più frequente che anche il contenuto di un libro più che essere letto, è stato visto in un film. Questa modalità di informazione e di apprendimento induce un cambiamento profondo nella nostra mente perché la facilità e l’immediatezza del “guardare”, rispetto al “leggere”, impoverisce la capacità di comprensione, ragionamento, giudizio critico. La riflessione andrebbe approfondita, ma è ormai evidente che un po’ tutti noi oggi ci informiamo semplicemente con un’immagine, un titolo, una didascalia e ci sembra di aver già capito tutto, emettendo giudizi e diffondendo opinioni gratuite. Devo ammettere che questo accade anche nella Chiesa: si va per titoli, per slogan, per messaggi whatsapp, con post social che sembrano esaurire l’informazione e la formazione.
Una lunga premessa, questa, per dire dell’importanza che non possiamo sottrarre alla parola scritta. E quindi l’anniversario di un giornale di comunità come Chiesa Nuova (periodico della Comunità parrocchiale dell’Immacolata di Molfetta, ndr) non può che essere salutato come una scelta coraggiosa e lungimirante. Non ancorata ad una tradizione che si trascina, ma proiettata verso una comunicazione ponderata, non volatile, in cui ogni parola ha un peso tanto per il presente quanto per il futuro. . Abbiamo bisogno di fermarci, di meditare sulle parole, di compiere l’esercizio mentale di articolare e analizzare il linguaggio, cosa che la visione di un’immagine in velocità non fa. Così, guardando a questi 35 anni del vostro giornale è possibile rileggere la storia delle persone che hanno animato la parrocchia, ma è possibile anche analizzare i valori e le scelte che animano il presente della comunità, le sue risorse e i suoi limiti. La visione di Chiesa che anima attività esperienze, meditazioni… raccontate nel giornale.

Quanti si sono adoperati nella scrittura, in questi anni, hanno donato tempo fatto pensiero, hanno fermato nelle parole l’esperienza viva della parrocchia, hanno consegnato parte di sé alla comunità. E quanti leggono il giornale si riservano il tempo per accogliere quel dono, nella parola, farlo proprio, farlo risuonare ed eventualmente fecondare.
Va bene, allora, integrare i diversi linguaggi comunicativi anche nelle parrocchie, ma non trascurerei quello scritto, di un giornale o di un blog, per non venir meno ad una fondamentale funzione educativa e riflessiva che sappia alimentare l’impegno di evangelizzazione di una Chiesa che vuole essere ogni giorno Nuova.

Luigi Sparapano
Luce e Vita n.42 del 19 dicembre 2021