Cattolici e Politica. Ne parliamo con don Rocco d’Ambrosio

a cura di Gaetano de Bari

Intervista Don Rocco D’Ambrosio, docente di Filosofia Politica alla Gregoriana, ideatore e coordinatore dell’Associazione “Cercasi un fine” che promuove dal 2002 scuole di formazione politica

Interpellato sul rapporto che i cattolici italiani hanno oggi con la politica don Rocco D’Ambrosio, animatore delle scuole di formazione politica, utilizza un’immagine evocativa e dice che si trovano in un “guado” poiché hanno alle spalle un modello di Chiesa arroccata, spesso, su posizioni di potere, di privilegio, e, di fronte, la Chiesa disegnata da Papa Francesco, che spinge costantemente a sporcarsi le mani anche nella politica, senza necessariamente essere un partito con l’etichetta “cattolico”.
«I cattolici italiani – dice – sembrano essere disinteressati alla politica, disinteresse che risente della crisi culturale, oltre che di appartenenza, che caratterizza il nostro tempo, complice il “flop” dei partiti tradizionali, dell’esperienza dei partiti azienda e dei movimenti». «Però i cattolici che oggi scelgono l’impegno politico sono più “qualificati”, vi sono pochi cattolici che si interessano alla vita politica ma quelli che lo fanno sono “di qualità”».
Come la politica guarda il mondo cattolico? «La politica che si rivolge al mondo cattolico rischia di fare due errori: quello di rivolgervisi come ad un mero “serbatoio” di voti e quello di considerarlo come un fronte unico e compatto. La realtà del mondo cattolico, oggi, è di essere “frastagliato” e “diversificato”, lontano dal riconoscersi nel partito unico capace di raccogliere tutte le istanze e le posizioni dei cattolici italiani.»
Con il mondo cattolico è necessario dialogare, confrontarsi, discutere, senza pretendere di “imporre” la propria soluzione. Ma dialogare, discutere, confrontarsi, secondo don Rocco, è proprio il deficit che mostra la politica del nostro tempo, proprio quello che sarebbe necessario fare. Dalla necessità di leggere e dialogare con il nostro tempo nasce l’esigenza di una formazione politica che coinvolga le parrocchie, le diocesi, le metropolie, ad un duplice livello, quello di una formazione di base, rivolta a quanti vorrebbero interessarsi alla politica, comunque mirata ad un recupero dell’interesse, della passione per la politica stessa; e un secondo livello di formazione, rivolto a chi già vive il servizio della politica, magari curato maggiormente dalle diocesi, dalle metropolie.
Alcuni movimenti e associazioni, del mondo cattolico, stanno interessandosi ai temi della politica, mentre per altri l’impegno politico rimane qualcosa di distante dalla propria quotidianità, qualcosa da demonizzare. Per comprendere quest’ultimo atteggiamento nei confronti della politica bisogna tenere conto del fatto che vi è stata una stagione dell’impegno in politica dei cattolici, soprattutto dopo il Concilio, in cui il mondo cattolico è stato “collaterale” al governo del paese, il tempo del partito unico, della Democrazia Cristiana, e poi, venuta meno quell’esperienza, si è passati via via ad una sorta di “allergia” a tutto ciò che è politica. «Oggi, in un panorama sociale molto diversificato, vi sono molte opinioni e posizioni su quello che debba essere il soggetto politico capace di raccogliere i cattolici italiani, ma senza che si riesca a giungere ad un’esperienza capace di esprimere una politica con la “P” maiuscola capace, cioè, di ripartire dal Concilio, dai documenti della Chiesa, dal Vangelo, capace di promuovere, ed attuare, uno sviluppo integrale delle persone e della persona, come diceva Paolo VI, capace, cioè, di far crescere le comunità e le persone attraverso l’integrazione dei piccoli e dei grandi, dei giovani e dei vecchi, dei bianchi e dei neri, di accogliere le loro istanze, di coglierne i risvolti, le implicazioni sociali.».
Le scuole di formazione politica, come quella che parte a Giovinazzo, sono un percorso indirizzato a quanti hanno il desiderio, il gusto, di parlare di politica, di interessarsene, di vivere come servizio una politica capace di cogliere e accogliere le sfide che il nostro tempo ci pone davanti, come l’emergenza della povertà, dell’immigrazione, del lavoro… a cui cerca di dare una risposta alla luce del Vangelo.

© Luce e Vita (n.33 – 8 ottobre 2017)