Luce e Vita - Ambiente

Celebrazione 16ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato

4-5 settembre 2021

gmc 2021

gmc 2021La 16ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato ci invita a “camminare in una vita nuova” (Rm 6,4) in un mondo che mostra tutta la sua sofferenza e che chiede lo sforzo e l’impegno di tutti. Se camminare è metafora della vita perché l’uomo è sempre in cammino, possiamo però riflettere in quale modo oggi ci è richiesto di camminare. Sembra finito il tempo in cui si possa camminare individualmente per il solo scopo personale o al più per la ristretta rete familiare, questo modello antropologico mostra il suo fallimento.
Oggi camminare sarà esperienza significativa solo se comunitaria, dove l’obiettivo comune di custodia del creato sarà ritenuto da tutti meta irrinunciabile e saprà promuovere l’ascolto, la vicinanza, la condivisione, il dialogo per programmare il percorso su cui camminare insieme, sperimentando lungo il cammino quali siano le strategie più funzionali al gruppo, in una costante interconnessione delle potenzialità buone di tutti i partecipanti al cammino per la ricerca del bene comune. Camminare con il desiderio di custodire il creato in un processo ricco di speranza che veda tutti gli uomini di azione, interconnessi.
Per la transizione ecologica sarà importante che le istituzioni guidino i processi, mentre le singole buone pratiche siano di stimolo ed implementazione degli stessi, in una dinamica biunivoca consapevole, dove si educhi costantemente ad uno stile responsabile di abitare il creato.
Incontrarsi nella mia diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza per celebrare la 16^ giornata nazionale per la custodia del creato sarà innanzitutto esperienza di comunione, di Chiese cristiane in comunione in cui la partenza comune del cammino è Cristo, il battesimo in Cristo, la morte in Cristo, la resurrezione di Cristo (Rm 6,3) che sarà garanzia per il cammino in una vita nuova (Rm6,4) , in cui relazioni e azioni santificate dallo Spirito ( Gal 5,16) sapranno portare frutti buoni per l’obiettivo ecologico integrale comune.
Frutti di questo nostro camminare nello Spirito saranno “amore, gioia, pace, magnanimità benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22) per il bene di tutto il creato.
Un convegno perché il processo di transizione ecologica possa avere un garante speciale: lo Spirito.
Auspico che il convegno proposto dalla Cei possa far emergere come il contributo dei Cristiani possa avere un aspetto peculiare nel processo di transizione ecologica in atto. Credere con fiducia e speranza che nuovi paradigmi e modelli di sviluppo economico possano essere trovati grazie all’ interconnessione di tutti gli uomini di buona volontà, non è valore secondario al processo perché, mentre valorizza la capacità della persona umana, la sua creatività la sua dignità, concorre in maniera speciale a guardare ad ogni persona nel processo ecologico: ognuno con i suoi carismi da mettere a servizio del bene comune e per tutti garanzia di cibo, lavoro e salute. Leggo in filigrana la bellezza dello sguardo ecumenico sul processo ecologico uno sguardo che sento maturo ed indispensabile, volano e sostegno del processo stesso.
Il 5 giugno 2020, nel 60^ anniversario dell’avvio del cammino ecumenico voluto da S. Giovanni XXIII, il cardinal Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, in un’intervista affermava: “Attualmente, una delle maggiori sfide consiste nella mancanza di un consenso realmente solido sull’obiettivo dell’ecumenismo. Si è concordi sulla necessità dell’unità, ma non ancora su quale forma essa debba avere. Occorre una visione comune che è essenziale per l’unità della Chiesa. I prossimi passi potranno essere compiuti infatti soltanto se abbiamo un obiettivo chiaro in mente.” E se fossero i processi come quello ecologico, gli obiettivi comuni di bene, a saper dare pienezza all’unità?
Se, secondo il disegno rigoroso di Romano Guardini di “opposizione polare”, la forma ecumenica non fosse più importante della sua pienezza?
Se, non sentendo più la contrapposizione tra forma e pienezza (ecumenica) e sapendo che nella realtà non esiste una pura forma (“perché la vita contrasta la forma; vuole rimanere sempre sorgiva, liberante, zampillante. Impossibile da prendere da legare sigillare, sempre sfuggente, perennemente straripante, debordante oltre ogni forma e figura. (Cit. Romano Guardini – l’opposizione polare”) lo sguardo ecumenico sentisse l’unità nella differenza come la forma più utile al mondo attuale?
Scrive Luigino Bruni su Avvenire del 22 agosto 2021 in un’analisi sulle comunità religiose e spirituali confrontando la diversa grammatica del passato e del presente: “Tuttavia, nel nuovo ecosistema spirituale del XXI secolo sopravvivono solo realtà più liquide e meno strutturate, decentrate e meno compatte, delta non estuario, che non aggregano le persone tramite le regole e i vincoli giuridici, ma con la forza del messaggio del carisma e dell’esperienza concreta. Più tenda e meno palazzo, più accampamento e meno istituzione, più spirito e meno legge, più ospiti e meno padroni, più provvisori e meno stabili, più promesse e meno voti. Comunità dove le persone sono aiutate a raggiungere una condizione soggettiva di libertà e quindi di autonomia dalla stessa comunità, che non cercano una identificazione totale e totalizzante con il carisma comunitario. Perché quando accade (ed è accaduto troppo spesso) arriva presto il giorno nel quale la persona a forza di dire “noi” non sa più dire “io” e quindi non sa più rispondere alla domanda cruciale: “ma io chi sono?”.”
Se anche la comunità ecumenica si amasse nella propria fluidità? Se addirittura fosse una ricchezza questa forma non piena di unità ma, nel suo tendere ad essa, essa fosse garanzia di pienezza?
Se così fosse il processo ecologico avrebbe già un valore inestimabile per ogni Cristiano, nel suo sentirsi già parte di una comunità ecumenica piena.

Francesca Neri
Servizio diocesano per l’Ecumenismo 
Diocesi Montepluciano-Chiusi-Pienza

 

Il convegno:
La transizione ecologica per la cura della vita

L’epoca che stiamo vivendo è piena di contraddizioni e di opportunità. Nella fede siamo chiamati ad abbandonare ciò che isterilisce la nostra vita: nell’incontro con Cristo rinasce la speranza e diveniamo capaci di rinnovata fecondità. …

…La 16ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato vede la Chiesa che è in Italia in cammino verso la 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, che avrà per titolo «Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso».
La strada che conduce a Taranto richiede a tutti un supplemento di coinvolgimento perché sia un percorso di Chiesa che intende camminare insieme e con stile sinodale. …

Saranno due gli appuntamenti che celebreranno questa giornata:

  • sabato 4 settembre presso il Teatro Poliziano, un Convegno approfondirà il tema di quest’anno, incentrato sulla transizione ecologica.
  • domenica 5 settembre la Celebrazione Eucaristica dalla Chiesa di San Biagio in diretta su RAIUNO

Contributi stampa