Nel suo racconto, Anna ci cattura con la vitalità e la tenacia che hanno contraddistinto questi mesi difficili e insoliti in preparazione alla maturità classica. Una bella testimonianza di chi sa trasformare le limitazioni in risorsa.
La mia maturità (presentazione multimediale)
Sono Anna Catalano, fiera ed orgogliosa di essere cittadina ruvese, ma anche un po’ coratina, in quanto studentessa del Liceo Classico Oriani da settembre 2015 a giugno 2020.
Con il Covid-19, leggi e vita quotidiana sono cambiati improvvisamente, perché la cosa più importante è stata preservare la vita comune che è il bene più prezioso di tutti. Assieme al lavoro e all’economia, anche la scuola italiana ha dovuto cambiare il suo solito modo di fare… così, docenti e noi studenti di ogni età, abbiamo visto il nostro mondo scolastico chiuso in uno schermo di computer, che diventava l’unico modo per sentirci alunni, nonostante ci trovassimo nelle nostre case, grazie a piattaforme e classi digitali.
Il passaggio dalla didattica in presenza a quella a distanza ha segnato un brusco e improvviso cambiamento nel rapporto docenti/discenti. Ci siamo dovuti rimboccare le maniche per dover subito mettere in atto le nostre competenze digitali, ognuno nel modo più giusto possibile, al fine di restare in contatto con i nostri professori e i nostri compagni di classe, anche se distanti fisicamente ma uniti solo da un dispositivo informatico. A distanza di poche ore, mi sono ritrovata dalla fermata del pullman dove avevo salutato alcuni miei amici, certi di rincontrarci all’indomani…a casa mia, nella mia stanzetta, dinanzi al pc che stava diventando velocemente il nostro compagno di banco.
All’inizio avevo molte insicurezze e paure… la maturità incombeva e noi non sapevamo affatto come sarebbe stato il nostro “rito di passaggio” che ci avrebbe traghettati verso l’università. Non avremmo affatto sostenuto le temute prove scritte… ma solo una nuova prova orale di cui nessuno sapeva nulla; non avremmo avuto dei commissari esterni…ma solo i nostri mitici professori del Liceo…sì proprio loro con cui, per cinque anni, abbiamo condiviso il nostro percorso di studi nella scuola superiore di secondo grado. Ma come dovevo affrontare questa seconda parte di un anno scolastico davvero unico e irripetibile? Come sarebbe stato un esame di maturità così suggestivo?
Con il trascorrere delle prime settimane, buie e dense di dubbi e incertezze, ho cominciato a capire, con coraggio e tenacia, che la cosa più importante era quella di tornare sui libri e vivere il carpe diem di oraziana memoria, perché quella che stavamo vivendo era la nostra storia e non ci restava altro che viverla a pieno.
Con l’aiuto dei docenti e dei compagni di classe, anch’io sono giunta al tanto temuto mese di giugno… tra capitoli da ripetere e testi da studiare, tra versi danteschi e trattati filosofici, tra nuove normative italiane e scrittori del mondo classico, a cui bisognava aggiungere la redazione e lo svolgimento del proprio elaborato d’indirizzo. E, a questo proposito, ho dovuto cimentarmi con il tema del ʽtempoʼ.
Dalla musica di Ivano Fossati agli scritti di Seneca e Agostino, ho distinto le due dimensioni del tempo Κρόνος e Καιρός e, al termine del mio lavoro scritto, ho capito che il senso del tempo è nella vita…che quello che stavamo vivendo, seppur molto difficile e triste, aveva un senso dato dal tempo… che la cosa migliore del mondo è nella vita stessa, che va sempre preservata e custodita.
Ora, rivedendo il mio esame, sostenuto il 22 giugno, tra ansia e grande emozione, nella “mitica” palestra del mio Liceo Classico, posso dire di essere stata felicissima del mio grande risultato, con la consapevolezza di aver lavorato a lungo e con grande impegno, perché alla fine, come insegnano i classici, le cose migliori sono quelle che si coltivano nel nostro giardino… Seneca ci avrebbe detto: Protinus Vive! (Vivi la vita a pieno e godi di ogni felicità quotidiana!).
Questa è stata la mia maturità: impegno costante e duro lavoro, pianti e incertezze, conforto e felicità, ma alla fine per sempre ricorderò il mio Liceo, la mia isola felice, il mio Liceo Oriani di Corato!
Appena concluso l’esame, ho avvisato i miei genitori che attendevano a casa con trepidazione, come hanno sempre fatto, sostenendomi e supportandomi.
Voglio ringraziare la mia Dirigente Scolastica Prof.ssa Adduci e tutti i miei docenti del Corso A Indirizzo Tradizionale che, con impegno e professionalità, mi hanno accompagnata verso questo importante traguardo della mia carriera scolastica, attraverso le loro competenze e il loro modo di insegnare e di spendersi per ciascuno di noi; il mio compagno di studio Pasquale che, con sincera amicizia, ha affrontato con me questo percorso di cinque anni; il mio fidanzato Matteo che, con pazienza, mi ha sostenuta ogni giorno, e non per ultima la mia famiglia che, con dolcezza e silenziosa autorevolezza, mi è stata vicina in tutti gli alti e bassi di questo percorso.
Alla fine del Liceo posso dire, con gioia, di essere soddisfatta di questo mio percorso e di essere pronta ad affrontare il mio nuovo viaggio, nel mondo universitario, presso Facoltà di Giurisprudenza, puntando a traguardi più importanti e sempre al meglio, riponendo nel mio futuro ogni buona speranza.
Del presente devo essere custode…perché mi ha dato l’opportunità di vivere un’esperienza unica, viva, coinvolgente, arricchente e travolgente! Ma i miei sogni e i miei desideri rappresentano i semi per coltivare il futuro verso cui siamo proiettati, con la certezza che la Provvidenza non ci lascia mai da soli nell’avventura della vita dove siamo chiamati ad essere e saper essere singolari protagonisti della nostra storia, per costruire, con gli altri, giorno dopo giorno, la storia dell’umanità.
E, prendendo in prestito una citazione di un grande filosofo, Hegel, mi piace così concludere: nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione!.