Eccoti, Maria,
vicina siedi.
Mi guardi, sorridi,
complice di questo pensiero fugace.
Perché lo sai che
è a te che penso
mentre formulo
questi versi
di fedeltà e d’amore
al femminile.
È a te che penso
mentre mi ricordo
e mi meraviglio
di certe ostinate
attese
delle donne amanti e amate.
È a te che penso
mentre sorrido intenerita
per gli sguardi dolci,
i silenzi sapienti,
le carezze pazienti,
gli abbracci attesi
e le guance sul cuore.
È a te che penso
mentre rivedo commossa
le mani giunte,
la fatica delle ginocchia,
i denti stretti
e i sorrisi di lacrime.
È a te che penso
quando oso la speranza,
certa che, dopo tutto,
sfolgora sempre
la luce della risurrezione.
Eccoti, Maria,
vicina siedi.
Mi guardi, sorridi,
complice di questo momento di pace.
Ora, con te, aspetto.