Chiesa locale

Il Vescovo scrive alle Famiglie della Diocesi

Editoriale del n.32 dell'11 ottobre 2020

Carissime Famiglie,
all’inizio di questo anno pastorale, desidero entrare idealmente nelle vostre case, per incontrare ciascuno di voi, per guardare negli occhi i vostri bambini, dare una stretta di mano a voi mamme e papà, abbracciare gli anziani, dare una pacca di incoraggiamento sulla spalla dei vostri giovani e per dire a tutti voi che la Chiesa vi è vicina!
Vi è vicina nelle persone dei vostri pastori, i parroci che ogni giorno incontrate nelle vostre comunità parrocchiali,
nei catechisti che, spesso genitori come voi, si trovano a vivere le stesse vostre problematiche e gioie, nella persona degli animatori generosi delle attività giovanili che nelle comunità e negli oratori si prendono cura dei vostri ragazzi, adolescenti e giovanissimi. Ci lasciamo alle spalle un anno che ha messo alla prova soprattutto voi famiglie, che tuttavia avete dato prova di resistenza e coesione. La famiglia ha tenuto e si è rivelata la vera forza della società! Vogliamo riconoscervelo e rimandarvelo.
Anche la Chiesa, famiglia di famiglie, è stata provata, subendo la privazione fisica del suo popolo nelle celebrazioni, della bellezza e della efficacia delle sue liturgie, espressioni della gioia e della preghiera dei suoi figli e dei sacramenti, nutrimento della Grazia.
Ma non voltiamoci indietro! Guardiamo questo passato solo per metabolizzarlo. I nostri occhi si volgano al futuro, guardino avanti: la speranza è la vita del cristiano!
Tuttavia traiamo da questa esperienza alcuni insegnamenti che rimangono delle idealità:
1 – Non si può camminare da soli.
Abbiamo bisogno gli uni degli altri. La cultura dell’isolamento che tanto caratterizza alcune tendenze della nostra società e a cui sembrava che il Covid-19 ci avesse voluto relegare, in
realtà ha rivelato la sua sconfitta. Ci siamo cercati, abbiamo vinto le distanze attraverso i mezzi di comunicazione,
abbiamo imparato l’utilità di questi strumenti che, se servono ad alimentare una cultura di umanizzazione,
sono bene accetti e per certi aspetti indispensabili.
2 – La coesione comunicativa, “carità” della famiglia.
Le Famiglie a volte vivono situazioni di interruzione di relazioni e rapporti, in vario modo e in vario ambito, soprattutto nell’ambito del nucleo familiare stesso. La Chiesa proclama ancora una volta la forza della Carità, che abbatte le barriere, supera l’incomunicabilità, si impegna a realizzare tra i coniugi stessi, ma anche tra genitori e figli, degli “spazi” comunicativi, che non si limitino alla realtà virtuale.
3 – Atteggiamento di fiducia, anima della comunicazione.
L’atteggiamento di coesione comunicativa comporta riguadagnare l’atteggiamento di fiducia anche verso il mondo per evitare reazioni di “difesa” che generano il “familismo”, esasperazione di ripiegamento in alvei parentali ristretti, che sembra che diano protezione e rassicurazione, ma in realtà producono egoismo e povertà a vario livello. Incontrare altre famiglie, nell’ambito dell’associazionismo e della vita parrocchiale, diventa motivo di confronto e aiuto reciproco nello scambio di informazioni ed esperienze.
In questo percorso di recupero dell’identità della vita familiare, le cui smagliature la pandemia ha messo in evidenza, ma anche le potenzialità e i punti di forza, la Chiesa vuole farsi vicina e rendersi utile, “serva” degli
uomini di oggi, invitando tutte le famiglie a frequentare i luoghi di incontro ecclesiale. Con la debita profilassi che
il diffondersi del virus richiede, non possiamo e non dobbiamo rinunciare a frequentare le nostre parrocchie,
mandare i nostri figli alla catechesi, partecipare alle celebrazioni dell’Eucaristia, creare ambienti vivibili e far diventare ancora le parrocchie e le associazioni ecclesiali luoghi dell’incontro umano e cristiano, per dare al mondo un segno chiaro della bellezza della vita cristiana e della “santità” della vita familiare, secondo il Vangelo di Cristo.
Coraggio, care famiglie!
Invoco per voi la protezione della Vergine Maria, Regina della Famiglia e di S. Giuseppe, suo Sposo, protettore della Chiesa universale. Contiamo su di voi!
Con affetto.

+ Domenico Cornacchia, Vescovo