Il fatto che il Sinodo straordinario dei giovani si celebri tutto all’interno del mese missionario di Ottobre riempie di un significato ancor più profondo il messaggio che Papa Francesco ha consegnato per questa 92^ giornata missionaria mondiale dal titolo Insieme ai giovani, portiamo il Vangelo a tutti.
Il Papa sembra chiedere aiuto ai giovani per riuscire in questa ‘missione impossibile’. Eh già! Nelle sue parole emergono chiaramente la fiducia e la speranza che egli ripone nei giovani.
“Conosco bene le luci e le ombre dell’essere giovani”, scrive il pontefice, ma li invita ad “intuire che c’è un’iniziativa che ci precede e ci fa esistere”. Ancora una volta sprona i giovani a non avere paura e a cercare la propria vocazione senza farsi bloccare dalle sofferenze che li circondano ma avendo la capacità di capire che “il male è provocazione ad amare sempre di più!”.
I giovani possono abbattersi, isolarsi e ridimensionare i propri sogni, ma anche donare speranza, diffondere gioia ed entusiasmo e contribuire al “contagio dell’amore”.
Ma chi sono i “tutti” a cui portare il Vangelo? Le periferie della nostra società: “ambienti umani, culturali e religiosi ancora estranei al Vangelo di Gesù”. La ‘missio ad gentes’, quindi, è più prossima di quanto si possa pensare, alla portata di tutti, dei giovani soprattutto, che quegli ambienti vivono ed abitano.
Nei giovani (ma anche in tutti noi!) dovrebbe nascere, infatti, una sana insofferenza verso “ogni povertà materiale e spirituale, ogni discriminazione di fratelli e sorelle”, che li porti ad opporsi alla cultura dell’indifferenza e dello scarto.
Ma “la missione fino agli estremi confini della terra esige il dono di sé stessi” e la forza di scegliere questa forma completa di donazione può venire solo dalla fede, da un rapporto costante e profondo con il Signore; in quell’“essere attratti ed essere inviati” che si alimenta dei sacramenti, della Parola e della preghiera, ma anche di esperienze e percorsi di formazione e servizio.
E la Chiesa, che è Madre, è chiamata ad aiutare i giovani ad accettare la grande sfida del “vivere con gioia la propria responsabilità per il mondo”, consentendo loro di riconoscere i propri limiti, e soprattutto i propri talenti da poter mettere al servizio dei fratelli e della società perché “nessuno è così povero da non poter dare ciò che ha, ma prima ancora ciò che è”!
di Cosmo Coppolecchia