L’insopprimibile bisogno di comunicare

Luigi Sparapano

Chi non ha mai fatto esperienza di innamoramento?

Mi pare non vi sia chi risponda di no. Allora sarà facile pensare o ricordare, da innamorati, come quei palpiti, quegli impeti carichi di novità, di voglia di vivere, di grande stravolgimento interiore ed esteriore, siano traspariti naturalmente dal nostro modo di fare e di essere, da gesti e parole inequivocabili. E se un tempo era d’uso scrivere lettere, su carta decorata o su semplici foglietti ben curati, recapitati più o meno fortuitamente, oggi si fa ricorso ad sms, mail, post, tweet e chat. Immagino che non mancheranno pure adesso i romantici affezionati di carta e penna. E tutto per il grande bisogno di esprimere e comunicare l’insopprimibile novità che sgorga dal cuore.

Anche duemila anni fa’, quell’inaudita novità del Dio fatto uomo, morto e risorto, si sentì il bisogno di trascriverla per poterla condividere nel tempo e nello spazio, fino a qui, fino ad ora. Così noi, comunità dei credenti, siamo mossi dall’esigenza di comunicare le grandi cose che Dio scrive quotidianamente per noi e sollecitare ciascuno a scorgerle anche tra le righe storte della propria vita personale e sociale.

La comunicazione, nella Chiesa, non è un accessorio, ma la ragione stessa per cui esiste: comunicare l’amore di Dio. E lo facciamo in tanti modi: con le omelie, con il silenzio orante o con la catechesi; soprattutto con i gesti di amore e i riti che, se non svuotati di senso, sanno comunicare molto più profondamente delle parole.

A questo innato e secolare impegno di comunicazione si aggiungono poi alcuni strumenti potenziati oggi dalle nuove tecnologie e da nuovi spazi di relazione: giornali, siti internet, social network, sono appunto spazi, più che strumenti di comunicazione, e non è pensabile oggi, come ci dice il Papa emerito nel messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali, lasciarli in coda all’elenco di preoccupazioni pastorali che una parrocchia vive: ‘Esistono reti sociali che nell’ambiente digitale offrono all’uomo di oggi occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della Parola di Dio. Ma queste reti possono anche aprire le porte ad altre dimensioni della fede’.

Come chiesa locale abbiamo già da tempo intrapreso questo cammino di coscientizzazione – forse in maniera non molto convinta in diverse realtà parrocchiali – che è una delle scelte più innovative del nostro progetto pastorale; l’ufficio diocesano rinnova la sua disponibilità ad affiancare tale impegno nelle singole comunità parrocchiali.