Occorre educarsi per educare

di Vito Bufi

La nostra Diocesi sta vivendo dallo scorso anno pastorale un periodo di grande fermento ecclesiale, con lo scopo di individuare gli strumenti necessari per elaborare il nuovo progetto pastorale per la nostra Chiesa locale.

è come se si volesse dipingere un bellissimo quadro la cui idea ispiratrice è stata suggerita dal Santo Padre, Benedetto XVI, quando, nel gennaio 2008, parlò di ’emergenza educativa’ alla Diocesi di Roma.

In seguito, i Vescovi italiani con gli orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, ‘Educare alla vita buona del Vangelo’, ci hanno idealmente consegnato la tela su cui dipingere.

Nel frattempo ci siamo attrezzati con pennelli e colori, suggeriti da due autorevoli relatori, Mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano, che nel giugno scorso ha dato degli spunti per l’azione pastorale a partire dal documento CEI, e Mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno, che nel convegno diocesano di settembre ha spiegato perché l’emergenza educativa è da considerarsi una ‘sfida’ e ha consegnato una attraente ‘segnaletica’ dell’educatore.

Infine, il nostro Vescovo, Mons. Luigi Martella, ha consegnato alla Diocesi il bozzetto del quadro, ovvero le indicazioni pastorali per l’anno pastorale in corso, partendo da una duplice consapevolezza: il collasso educativo dei nostri giorni e la necessità di un cambiamento di coscienza, la cosiddetta ‘conversione culturale’.

Il Vescovo ha poi prospettato il ‘ritorno dell’educare’ all’interno della Chiesa perché ‘il tema educativo deve diventare un momento sintetico dell’azione pastorale’. Per questo motivo la comunità ecclesiale deve impegnarsi a diventare soggetto educante mettendosi in ascolto, perché non si può pensare di poter esercitare l’arte di educare, senza prima saper ascoltare.

La Chiesa, per essere comunità educante, è chiamata innanzitutto a mettersi in ascolto del suo Signore, attraverso la lettura orante della Sacra Scrittura, la liturgia e la catechesi. In secondo luogo, la comunità ecclesiale è chiamata a mettersi in ascolto della storia, ‘luogo’ dove Dio si manifesta e parla, e cogliere ‘i segni dei tempi’ al fine di orientare il cammino verso approdi di libertà, di pace, di giustizia, di amore di fedeltà al divino Maestro. Infine, la Chiesa educa mettendosi in attento ascolto del futuro, per intravvedere la virtù della speranza nelle vene della storia.

Il segreto della riuscita di questo cammino appena intrapreso? Mettersi in ascolto alla scuola di Gesù per poter offrire il migliore servizio e la migliore opera educativa. Per questo motivo, il Vescovo ha chiamato tutti a dipingere ‘a più mani’ il quadro: i componenti del consiglio pastorale diocesano e dei consigli parrocchiali insieme ai sacerdoti (in particolare, i direttori degli uffici pastorali) che già si sono confrontati nei mesi scorsi in un laboratorio (focus group)  per analizzare settori importanti della vita sociale e pastorale e individuare nodi e prospettive di impegno.

In attesa della bozza e della stesura finale del nuovo progetto pastorale per la Chiesa Diocesana, il Vescovo chiede uno sforzo comune per qualificare la testimonianza cristiana per essere più credibili agli occhi del mondo, perché ‘la testimonianza apre futuro e dona speranza semplicemente perché è santità. Essa, infatti, inserisce nella storia germi di immortalità e semi di salvezza’.