Partecipi di un grande disegno di amore

Mons. Luigi Martella

Domenica 23 gennaio si celebra la giornata del Seminario nella nostra diocesi. È un’occasione per rivolgere il nostro pensiero ai ragazzi e ai giovani che, nella realtà della loro vita, nel nostro tempo, accettano di interrogarsi sulla chiamata alla vocazione presbiterale. Vuole essere un pensiero di affetto e di incoraggiamento per il loro cammino difficile ed esaltante. Innanzitutto, però, vuole essere un pensiero orante perché siano docili all’invito del Signore Gesù, il quale, dopo una notte di preghiera, “chiamò quelli che volle” (Mc 3, 13) a stare con Lui, a vivere insieme per poi mandarli, con la forza dello Spirito Santo, fino agli estremi confini della terra.

Il Signore chiama persone diverse, da contesti sorprendentemente differenti, per un percorso di vita con Lui, per un’esperienza comunitaria nel collegio dei dodici, perché possano crescere in attesa dell’effusione dello Spirito Santo. Il Signore chiama a stare con Lui, nella comunione di vita che cresce nel rapporto personale. In questo modo Gesù non ci mostra soltanto un modello di accompagnamento verso il sacerdozio, ma Lui stesso è il vero e nuovo Sacerdote, archetipo di ogni presbitero del Nuovo Testamento.

Si sa quanto il percorso sia in salita e non privo di difficoltà, ma Colui che chiama non farà mancare gli aiuti necessari per chi si lascia guidare e plasmare con disponibilità e docilità.

Gli uomini avranno sempre bisogno di Dio e Dio di uomini che parlino di Lui al mondo, ecco perché ha ancora oggi senso diventare sacerdoti. Lo scrive Benedetto XVI nella lettera indirizzata ai seminaristi di tutto il mondo nella festa liturgica di san Luca, nell’ottobre scorso. In questa stessa lettera il Papa dà le coordinate per un’autentica esperienza seminaristica in vista del sacerdozio. Chi vuole diventare sacerdote ‘ egli dice ‘ dev’essere soprattutto un “uomo di Dio e avere un rapporto personale con Gesù Cristo. Nello stesso tempo ha bisogno della comunità dei discepoli”. Se è così importante la comunità dei discepoli non meno importante sarà la comunità più ampia dei fedeli, la quale è chiamata ad invocare insistentemente il “padrone della messe” perché mandi operai nella sua messe.

L’auspicio, dunque, è che la nostra chiesa diocesana continui ad esprimere premurosa attenzione e costante preghiera perché germoglino sempre nuove vocazioni e perché i seminaristi rispondano con generosità all’invito del Signore, il quale li vuole partecipi di un grande disegno d’amore.

+ don Gino