Pubblichiamo i testi delle poesie e degli articoli che sono stati premiati e menzionati alla prima edizione del Premio letterario “don Tonino Bello” conclusasi venerdì 14 maggio 2021.
Sezione Poesie metafisico-civile
Premiati
Primo posto: Incolpevoli mondi di Assunta Spedicato (Corato – BA)
Non hanno colpa le nuvole
del nostro incedere vago
non vi è giudizio né clemenza
nel piglio delle loro ombre
non è complice la luna
del buio piovutoci dentro
non ne risponde il sole
dell’illusione di crederci stelle
non hanno peccato i monti
del terreno franato sotto i piedi
né i mari per il naufragio dei sogni
o il cielo per le preghiere deluse
di cosa si accusa allora il Creato
d’aver sedotto forse noi ladri?
Davvero gli si vuol far pagare l’imprudenza
d’aver offerto ad ogni ora una rara bellezza?
Secondo posto: Parole di silenzi di Tina De Santis (Bitonto – BA)
In questo tempo salmastro
cercherò grovigli di sole
logori di silenzi inaspettati.
Silenzi, desideri,
rinunce, attese.
E scopro l’Eterno, ad un tratto
nei fili d’erba, negli occhi smarriti
nei cuori lacerati.
Sementi di noi si liberano
nell’aria in cerca di luce
si posano dove l’acqua
disseta le aride notti.
Unti di quotidiano
giochiamo le nostre carte
sincere, false, stagnanti
irrobustite dalle catene
dei nostri passi.
È la vita che ci rincorre.
Terzo posto (ex aequo): Cieli di Tenerezza di Angela Aniello (Bitonto – BA)
Ho colto cieli di tenerezza
fra parole e danze
nell’ora in cui gli sguardi
s’appigliano a lampare
senza strettoie senza baratti
quando tornano, come incisioni,
intese che bussano in un grande
istinto d’Amore-Luce.
Dio, l’ospite che non è mai frontiera,
casolare di sorrisi
in fondo ad ogni respiro
nell’ora felice che non lascia indietro
nessuno.
Volteggia il frumento del sole
a vendemmiare silenzi d’alba e tramonto,
foglie e viali noi
tra onde e pesca
prima che il cuore parta
in cerca d’una speranza.
Non siano secchi i nidi
gravidi di maternità
né mai si snaturi la carezza
che sa di pane e di pelle
per sospendere sull’ultima vocale
la stagione del dono.
È forse follia il volo
che tracima di vicinanza?
D’improvviso, il margine è
aria pura che riempie.
Terzo posto (ex aequo): Altre parole ci vorranno di Onofrio Arpino (Santeramo in Colle – BA)
Forse nulla è più urgente
di una distruzione delle parole,
l’architettura sboccata di questa lingua
che ci tocca in sorte su fogli di menzogne
più di quanto possiamo sostenere
La congiura del tempo rende impossibile
vedere la struttura del rudere sospeso,
i tagli ai pilastri che salgono al cielo
prevedere l’infracidirsi dei puntelli,
il crollo in cenere delle garanzie
Altre parole ci vorranno
di un’altra falda, una madre matria
che rompe la sintassi dei giorni
spezzati di luce. Ci vorrà una lingua nuova
senza pulpiti di odio e doppiezze ipnotiche
Si dovrà passare ogni giorno dal rivo
d’acqua viva per curare le croste
sostituire le fondamenta sbeccate
rifare l’affaccio delle vite aggrappate
alle arcate della speranza
Menzioni speciali:
Nên dənèəvə (Non avevo) – Mimmo Amato (Molfetta, BA, Puglia)
Nên dənèəvə
ní llùəchə e ní mmèətə,
avèəvə addəvəndàtə nu məzzòənə;
nê vàtta d’ària brəggənèərə;
nê məndàichə fattə a ppaddə.
Sò acchəmənzàtə ad addəvəndàtə:
u àrchə doppə nu bbruttə tìəmbə;
u àlbə ròəsə du ndésèrtə;
u nèətə də lə passarìəddə;
l’àcqua sêndə…
mó, ca chênòschə cchjù mmêgghjə
la paròələ ‘affrəcchjèvələ’.
Non avevo
Non avevo
né luogo, né meta,
ero un mozzicone buttato in terra;
una bolla d’aria intrappolata;
una mollica appallottolata.
Sono diventato:
l’arcobaleno dopo il temporale;
l’alba rosata del deserto;
il rifugio dei passerotti;
l’imperturbabile acqua…
adesso, che conosco meglio
la parola ‘solidale’.
Il sogno di Kamil – Silvia Rizzello (Bari)
“Il mare era la sua essenza,
lei la mia forza”.
Quel grido straniero
schiaffeggia
ora le onde.
Le affronta,
le prende,
e le sovrasta.
Si arriccia il celeste
che diventa schiuma
e si confonde nel suo velo.
Lontano,
più lontano dell’orizzonte
si gioca a palla
lì dove l’acqua è bassa,
si abbraccia un amico
lì dove la spiaggia finisce,
si torna a casa
con il sole ancora alto.
“Ripartimmo
verso quest’isola bella
mentre la mamma,
tra le mie mani,
naufragava via
come una sirena”.
Le vie del cielo – Gloria Venturini (Lendinara, RO, Veneto)
Con tutto questo scempio che si solleva da terra,
le coscienze stangate dalle urla violente dei dolori,
tu mi domandi delle vie del cielo?
Non ci sono parole o porte luminose
per inoltrarsi tra i valichi dei misteri,
né finestre aerate per affacciarsi
ai segreti delle stelle,
per adagiare i sottili veli dei sogni,
le trame delle emozioni
tracciate sul palmo della mano.
Non posso dire che l’universo
è un’infinita vertigine di corpi celesti,
né che siamo scintille cadute
da astri maggiori,
né che la vita è solamente
un susseguirsi di ore in fila,
di giorni sfilacciati tra doveri e assenze,
di aria che si fa respiro,
di pietre che raccontano silenzi.
Sai, non ha ingressi il cielo
senza uscite nell’oscurità,
e la luce inattesa si rivela
in uno spigolo di campo,
dove il fuoco di un falò
rischiara la notte.
Sezione Giornalismo di prossimità
Premiati:
1 Per un’accoglienza senza barriere – Paola Russo (San Giovanni Rotondo, FG) Testata: La Voce di Padre Pio
2 Nei campi per cinque euro all’ora. Non ci danno neanche le mascherine – Valeria D’Autilia (Taranto) testata: La Stampa – Taranto
3 Addio malga (per sempre)– Diego Andreatta (Trento) Testata: Vita Trentina
Menzione speciale
Infermieri in prima linea. “Non chiamateci eroi” – Paolo Michele Pinto (Ruvo, BA, Puglia) Testata: La Gazzetta del Mezzogiorno – Bari
Sara in quarantena da 6 anni domina la malattia con i libri – Anna Langone (Foggia, Puglia) Testata: La Gazzetta del Mezzogiorno – Foggia
Gli ultimi disperati delle campagne – Luca Pernice (Foggia, Puglia) testata: Famiglia Cristiana