Luce e Vita - Salesiani

San Francesco di Sales e don Bosco nella strenna 2022 del Rettor Maggiore

Sintesi della Strenna

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rettor maggioreDal 13 al 16 gennaio a Torino, precisamente a Valdocco, hanno avuto luogo le giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, un’occasione di preghiera, ascolto e confronto giunte alla loro 40esima edizione.

Quest’anno hanno approfondito la conoscenza di San Francesco di Sales a cui San Giovanni Bosco si è ispirato per la fondazione della congregazione salesiana.

Durante le giornate il X successore di don Bosco, don Angel Fernàndez Artime, ha presentato e commentato la Strenna. Essa è una riflessione che ogni anno il Rettor Maggiore “dona” alla congregazione e alla Famiglia Salesiana invitando tutti a convergere sulla medesima riflessione per ispirare e guidare le varie attività, sempre sui passi di Don Bosco verso i bisogni dei giovani e della società di oggi.

Quest’anno la strenna dal titolo “Fate tutto per amore, nulla per forza”, parla appunto di due giganti dono della Chiesa, San Francesco di Sales e San Giovanni Bosco, due santità molto attuali che parlano ancora ai giorni nostri.

L’ambiente familiare-sociale, economico, culturale dei due è molto diverso ma un tratto li accomuna: le mamme di entrambi vivono e riescono a trasmettere la cristianità ai propri figli. Risalta molto la devozione per Gesù e la beata Vergine. La mamma di Francesco trovandosi davanti alla Sacra Sindone consacrò Francesco a Cristo (la prima frase che Francesco riuscì a pronunciare fu “Il buon Dio e mia madre mi vogliono molto bene”, e così fu, Dio si prese realmente cura di Francesco). Similmente avvenne per Giovanni con sua mamma Margherita. Ella disse infatti a Giovanni: “Quando sei venuto al mondo, ti ho consacrato alla Beata Vergine. Quando hai cominciato i tuoi studi ti ho raccomandato la devozione a questa nostra Madre…”.

Ispirato dal santo della tenerezza, Don Bosco ha saputo tradurre nella evangelizzazione e nell’educazione dei ragazzi più poveri la forza spirituale di San Francesco di Sales. Così il 18 dicembre 1854 don Bosco in una stanzetta di Valdocco insieme a don Rua (I successore di don Bosco) a don Cagliero (Vescovo della Patagonia) a Rocchietti e Artiglia, don Bosco comunica di voler fondare una nuova congregazione proprio ispirata a San Francesco di Sales. È proprio da lì che nascono i “Salesiani” ai quali poi seguiranno tutti i gruppi della Famiglia Salesiana che oggi nel mondo ne conta ben trentadue.

La Strenna di quest’anno parte dalla lettera che San Francesco scrive a Giovanna Francesca de Chantal: «Ma se siete molto affezionata alle preghiere che avete indicato sopra, non cambiate, vi prego, e se vi sembra di rinunciare a qualcosa che vi propongo, non fatevi scrupoli, perché la regola della nostra obbedienza, che vi scrivo a grandi lettere, è: FARE TUTTO PER AMORE, NIENTE PER FORZA; È MEGLIO AMARE L’OBBEDIENZA CHE TEMERE LA DISOBBEDIENZA »

Il programma di questo metodo il Rettor Maggiore lo trova ben sintetizzato nelle Costituzioni dei “Salesiani di don Bosco”, e in particolare nell’art. 38, centrato sul ‘Sistema Preventivo’, un nuovo modo di educare i giovani fondato su tre pilastri Ragione, Religione, Amorevolezza.

Da questo articolo 38 il Rettor Maggiore trae sette temi che sviluppa nella Strenna:

  1. Niente con la forza. La libertà è un dono di Dio
  2. La presenza di Dio nel cuore dell’uomo
  3. La vita di Dio
  4. La dolcezza e l’amabilità del tratto
  5. Un amore incondizionato e senza riserve
  6. Con la necessità di una guida spirituale
  7. Fino a vivere “tutto per amore”

Rileggendo e riflettendo gli approfondimenti della strenna si ritrovano in don Bosco molti tratti della vita e delle opere di San Francesco come la libertà, l’amore di Dio, l’accompagnamento, la pazienza ecc. Il Rettor Maggiore invita fortemente a leggere e studiare le opere di questo santo cinquecentesco perché da lui don Bosco ha saputo fare dell’educazione un vero e proprio stile di vita. È conosciuto tra i motti più famosi che don Bosco riporterà nelle memorie dell’oratorio il “Da mihi animas caetera tolle” (dammi le anime e tieni il resto): don Bosco infatti affascinato da San Francesco di Sales e dal suo zelo pastorale metterà in pratica questo modus operandi.

Un altro tratto saliente di San Francesco di Sales è il suo essere un grande comunicatore e per questo Pio XI nel 1923 dichiarerà Francesco di Sales patrono dei giornalisti. La sua amabile via di santità mostrò agli altri, attraverso i suoi scritti, la via sicura e semplice della perfezione cristiana. In questo anche don Bosco era fermamente convinto che una buona parola o una ricca lettura potesse operare un grande bene.

A conclusione, il Rettor Maggiore lascia un rinnovato invito a tutta la famiglia salesiana ad essere una “Chiesa in uscita” così come Papa Francesco propone per il suo magistero cioè che va incontro a chiunque voglia ascoltare il messaggio di Gesù.

Conclude don Angel “Insomma, andare incontro ai giovani, ovunque e comunque si trovino, continua ad essere il nostro tratto più distintivo, che conferma l’intenzione e la volontà di don Bosco di amare ciò che i giovani amano affinché essi amino ciò che noi amiamo, diffondendo lo spirito salesiano, la nostra “opzione Valdocco”, ovunque ci porti il desiderio di stare con i giovani, vivendo un vero “sacramento salesiano della presenza”, e l’impegno a realizzare “piccoli esercizi di carità”.

Così siamo nati e così vogliamo continuare, seguendo don Bosco che ha trovato in Francesco di Sales un modello e uno spirito affine, una sorta di anima gemella.

L’anniversario che celebriamo quest’anno (400 anni dalla morte del santo della tenerezza) ci aiuti a continuare a crescere nella dedizione ai giovani poveri e abbandonati con il carisma salesiano di don Bosco intriso dello spirito di san Francesco di Sales.

a cura di Alessandro M. Capurso