I sogni che cambiano la vita. 9 studenti del Polo Liceale di Terlizzi in Perù (video)

di Franca Maria Lorusso

«Vi auguro sogni a non finire… La voglia furiosa di realizzarne qualcuno»: comincia così una bellissima poesia di Jacques Brel. È l’invito a sognare, a perdersi nei propri desideri, a lasciarsi alle spalle quel cinico realismo che spesso ci inchioda e non ci permette di inseguire le nostre aspirazioni. È l’augurio che rivolgiamo ai ragazzi del Polo Liceale “Fiore – Sylos” di Terlizzi che quest’estate, dopo gli esami di maturità, metteranno lo zaino in spalla e partiranno alla volta del Perù, per  inseguire il proprio sogno di libertà, di crescita, di scoperta di se stessi e degli altri.

Mariarita, Valeria, Francesco, Silvia, Francesca Anna, Matilde, Martina e Rosanna sono accomunati da un desiderio: conoscere i propri confini ma anche uscire dalla propria confort zone per andare verso gli altri, fare esperienza di umanità e diventare responsabili di se stessi e del mondo. Si sono preparati a lungo durante l’anno scolastico, hanno superato prove, critiche, ostacoli, hanno cercato fondi per finanziare il loro viaggio e, finalmente, ad agosto compiranno il primo gran salto: dalla vita ai sogni.

Dalla vita, da quell’osservazione quasi matematica della realtà, da certe conventicole delle ideologie, dalle parole chiassose e piene di retorica, dagli sgabuzzini geografici e mentali, dagli autismi virtuali ed emotivi…ai sogni che, ben lontani dalle illusioni, sono espressione di un cuore che vuole andare oltre gli ostacoli e pronunciare un vero “si” alla vita.

Così Annalisa Marinelli, docente del polo liceale, referente dell’internazionalizzazione, oltre che madre di un progetto che – coi tempi che corrono – sembra quasi un miracolo, ci racconta di questa avventura: «Abbiamo voluto offrire ai ragazzi l’opportunità di dimostrare in primo luogo a se stessi che i sogni, soprattutto quelli finalizzati al bene, possono realizzarsi e contagiare molte altre vite. Con nove alunni, per venti giorni lavoreremo a gomito a gomito con associazioni e organizzazioni impegnate nel sostegno alle vite più deboli e svantaggiate. Il mio personale sogno è di vedere i ragazzi tornare in Italia arricchiti di nuove consapevolezze, con nuovi strumenti per affrontare la vita in tutte le sue forme e declinazioni». La prof. Marinelli ha imbastito un progetto coraggioso, ambizioso, che ha richiesto grandi sforzi, tante energie, tante notti insonni ma che è riuscito a risvegliare le coscienze dalla paralisi del disimpegno che spesso aleggia nelle nostre città. Molti esercizi commerciali di Terlizzi e Ruvo, i floricoltori, i baristi, l’Avis, l’Associazione Nazionale Carabinieri di Terlizzi, lo stesso Comune di Terlizzi e l’assessorato alla cultura non hanno voluto far mancare il loro apporto  contribuendo alla raccolta fondi da destinare ai più poveri tra i poveri del Perù. C’è chi ha messo a disposizione il proprio tempo, chi ha donato piantine, chi le magliette, chi dolci, chi il premio in denaro vinto in un concorso, com’è accaduto alle ragazze della 2 B del Liceo delle Scienze Umane. Piccole particelle di arcobaleno che non risolveranno i problemi dell’America Latina e della società peruviana – tristemente famosa per la miseria stratosferica e la corruzione – ma che offrono la cifra di quello che potrebbe essere il mondo se le nostre piccole società (famiglie, scuole, quartieri, associazioni) diventassero un corpo sociale coeso.

Ecco perché “Dalla vita ai sogni”, non è un semplice orpello tra i tanti progetti del Liceo Fiore – Sylos, ma è il sistema nervoso di un modo “di essere al mondo” e di essere scuola. Ne è fermamente convinta la dirigente scolastica, Anna Maria Allegretta, anima del progetto e compagna di viaggio dei ragazzi: «La scuola non è un’entità chiusa in se stessa. Non è il luogo in cui la vita viene solo raccontata e studiata. È una palestra per la vita, una finestra sul mondo. L’internazionalizzazione richiesta alla scuola italiana è un’opportunità per formare coscienze capaci di affrontare problemi locali e globali. Con questo progetto desideriamo premettere agli studenti, futuri cittadini, di fare esperienza della solidarietà come via privilegiata per affrontare e risolvere i molteplici problemi dell’esistenza».

Che si tratti di un’esperienza di volontariato internazionale o di una vacanza solidale, poco importa. Quel che conta è che i nove liceali e con essi tutto l’Istituto, abbiano chiara la consapevolezza che senza grandi mete non si arriva ai traguardi desiderati e che la passione per l’uomo e la voglia di cambiamento sono ancora oggi il motore della storia.

Ad accompagnare i ragazzi in questo fantastico viaggio in se stessi e in Perù saranno i docenti sotto l’attenta e scrupolosa regia del Nunzio Apostolico, Mons. Nicola Girasoli, nostro conterraneo, che con la sua vita, il suo esempio, il suo spendersi per gli altri in modo autorevole, schietto e diretto, è sempre stato capace di co – muoverci: di muoverci dentro e insieme.

Quanto a Brel, la sua poesia prosegue così:

«Vi auguro sogni a non finire… vi auguro di amare ciò che si deve amare e di dimenticare ciò che si deve dimenticare. Vi auguro passioni, vi auguro silenzi, vi auguro il canto degli uccelli al risveglio e risate di bambini… Vi auguro di resistere all’affondamento dell’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca. Vi auguro soprattutto di essere voi stessi».

E allora, buon viaggio ragazzi.

Grazie scuola, perché hai a cuore l’uomo, prima di tutto. Perché non punti su un sapere prêt-à-porter, senza vita, acquisibile senza sforzo, anonimo, ripetitivo, burocratico, privo d’inventiva, senza amore, incapace di suscitare desiderio. Perché, anche a costo di essere impopolare, prendi nettamente le distanze da un modello d’istruzione fondato sull’assimilazione, sulla performance, sul riempimento delle teste, ma ti sforzi di essere luogo dell’apertura e della meraviglia. Perché inviti i tuoi alunni ad affidarsi a chi crede nei sogni e non a chi coltiva la disillusione. Perché in questa calda estate fai venire voglia ai tuoi studenti di avviare i motori piuttosto che riporre le chiavi.