Trovare insieme le “buone ragioni” per fare famiglia

Francesco Rossi

Trarre dalla prossima Settimana Sociale le motivazioni per ‘un futuro di servizio nelle istituzioni’. Con questo intento è stato presentato ieri sera a Roma, nella Sala della Regina di Montecitorio, il Documento preparatorio dell’appuntamento torinese (12-15 settembre 2013). In sala una presenza bipartisan dei parlamentari, che la segretaria del Comitato organizzatore, suor Alessandra Smerilli, ha invitato ‘caldamente’ a partecipare all’evento. ‘Le Settimane Sociali hanno segnato il cammino e la presenza della Chiesa nella vita del nostro Paese’, ha esordito monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare di Roma e cappellano della Camera dei deputati, auspicando che la prossima edizione, dedicata a ‘La famiglia, speranza e futuro per la società italiana’, possa essere una ‘pietra miliare del cammino di servizio che i cattolici italiani possono svolgere nel nostro Paese’.

L’impegno culturale. ‘Partendo dal ‘vangelo della famiglia’ e dall’impegno pastorale di accompagnamento che ne scaturisce, è necessario un maggiore impegno culturale, che sappia argomentare sulle buone ragioni che fanno della famiglia un fondamento solido del bene comune, non un’esperienza di rapporti fluidi o di un vago sentimento di amore’, ha richiamato l’arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio, presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani, presentando il testo. ‘Buone ragioni’ sarà uno dei termini chiave di quest’edizione, nella quale verrà condotta una ‘riflessione libera e stimolante’. D’altra parte, già nella nota Cei del 1988 che ha ripreso questa tradizione ultracentenaria è chiaro l’obiettivo delle Settimane Sociali, ‘iniziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo, capace di affrontare, e se possibile anticipare, gli interrogativi e le sfide talvolta radicali posti dall’attuale evoluzione della società’.

Identità in pericolo. In gioco, questa volta, c’è la famiglia, già presente trasversalmente nei punti dell”Agenda di speranza’ della scorsa Settimana (Reggio Calabria, 2010) e ‘che in questi anni continua a non veder riconosciuta e sostenuta concretamente la sua funzione sociale primaria e i diritti che pure la carta costituzionale fonda con chiarezza’. Il presule ha notato come si susseguano ‘iniziative, dal livello europeo a quello locale, che tendono a ridurre o a eliminare il ruolo unico e fondamentale della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna e aperta alla vita, minando la sua specifica identità, promuovendo una cultura e forzando una legislazione che equipari alla famiglia ogni genere di convivenze’. Un grido d’allarme di fronte al quale ‘siamo certi – ha aggiunto Miglio riprendendo il tema della Settimana – di guardare nella direzione giusta per venire incontro alle urgenze reali del Paese’.

Per il bene del Paese. Il Documento preparatorio parte dal rapporto tra famiglia e persona umana per ‘cogliere la vocazione profonda di ogni persona all’amore’, rimarcando come ‘una certa cultura che tende a sbiadire il significato della famiglia’ abbia ‘conseguenze a livello antropologico’. Poi la sottolineatura della famiglia ‘bene per tutti’, intendendola ‘prima cellula vitale della società’ ma anche ‘garanzia contro le derive di tipo individualista o collettivista’. Essa, ha sottolineato il vescovo, ‘non è una questione privata ma sociale, è uno dei soggetti primari della società civile’. Infine il rapporto tra ‘famiglia, società ed economia’, nel quale vengono messi a fuoco alcuni ambiti specifici sui quali si concentreranno i lavori dell’assise torinese. ‘Mettere al centro della vita culturale, sociale e politica la famiglia, intesa così come da sempre insegnano l’esperienza umana e giuridica e anche la Chiesa – ha concluso Miglio -, significa porre un fondamento indispensabile per la crescita del Paese, per un futuro di speranza per i giovani, per una società civile più libera dove i diritti della persona possano essere maggiormente rispettati’. La famiglia, dunque, perché da essa passa ‘il bene di tutti, del nostro Paese’.