La Vita Consacrata è dimensione di “bellezza”, perché esprime l’incontro con “il più bello tra i figli dell’uomo” (Sal 45): Gesù! Non è sentimentalismo, né sublimazione, perché l’Amato è molto esigente nel trasformarti quotidianamente in amore per tutti.
La Vita Consacrata – se vogliamo dare il loro nome alle cose senza temere le facili banalizzazioni – è un cammino nell’Amore, e l’Amore è Bellezza, non solo per le gioie dell’abbondanza interiore che si genera nell’atto stesso del donare, ma è Bellezza quando, nell’adempimento delle proprie responsabilità, mette in gioco tutto il nostro essere nella dedizione agli altri, facendone proprie le attese, le ansie, i percorsi, e impegnando intelligenza, disposizioni dell’animo, energie operative, verso fratelli ai quali non si è legati da relazioni di sangue, ma che Dio consegna a quello spazio interiore, umano e spirituale, di madri e padri, che è proprio dei consacrati.
La bellezza della Vita Consacrata è proprio in quella dimensione di totale, permanente gratuità dell’amore, che si dona senza attendersi nulla se non il frutto dell’Amore stesso.
“Donne e uomini consacrati, – dice il Papa – vivete pienamente la vostra dedizione a Dio, per non lasciar mancare a questo mondo un raggio della divina bellezza che illumini il cammino dell’esistenza umana!” (Vita Consecrata).
Non è scontato, dobbiamo ammetterlo, che noi consacrati riusciamo ad essere questo “raggio della divina bellezza” per gli uomini con cui incrociamo i nostri cammini, nel nostro tempo. Il peso di una storia formativa negli Istituti, la carenza del ricambio generazionale, la generale secolarizzazione della società, non facilitano il nostro cammino nella linea di una dimensione di vita che si esprima come bellezza dell’Amore incontrato e donato. Eppure è questa la sfida a cui siamo chiamati: non una crescita nel numero o nell’efficienza delle strutture, ma una fecondità nell’Amore, che si trasmetta in tutta la sua bellezza.
“L’amore appassionato per Gesù Cristo – dice ancora il Papa – è una potente attrattiva per gli uomini di oggi, soprattutto per i giovani!”. Questa, dunque, l’anima della Vita Consacrata, la ragione di una scelta di vita che, abbracciata nella giovinezza, genera fecondità per l’intera esistenza: l’amore appassionato per Gesù, che diventa necessità di amore condiviso e donato.
Lo confermano i nostri santi fondatori, e così lo esprime Don Ambrogio Grittani, di cui abbiamo appena ricordato il primo anniversario della dichiarazione di Venerabilità, lo scorso 26 gennaio: “La mia è l’avventurosa vita di un pazzo che vuol prendersi tutto l’amore di Gesù, tutto l’amore degli sventurati della terra, e continuamente lotto, perché Lui per primo scherza, si lascia rincorrere da me e quando sto per afferrarlo si distanzia…!”.
Il consacrato vive di questa continua ricerca di Dio, che è una ricerca della mente, un alimento della propria interiorità, una domanda sui significati dei vissuti quotidiani e sugli avvenimenti del mondo, una fecondità del cuore e delle energie operative. Solo se è viva questa ricerca continua di Gesù la consacrazione diviene generativa per tutti gli uomini. E quando questa esperienza fondante si unisce ad una adeguata e solida formazione, i consacrati si impegnano con competenza anche in quei campi che il Papa definisce gli “areopaghi della missione”: il campo della carità, quotidiana e di frontiera; il campo dell’educazione; della cultura e dell’impegno sociale; il mondo della comunicazione sociale.
Ci piace concludere col messaggio che il Papa rivolge a tutti, indicando il ruolo e il valore della Vita Consacrata nell’oggi: “Come le donne del Vangelo, che col cuore animato dall’amore cercavano Gesù presso il sepolcro, così la Vita Consacrata può apparire oggi a molti come un inutile cammino verso una tomba. In realtà voi consacrati, per primi incontrate il Signore risorto e vivo, lo stringete a voi con amore e lo annunciate subito ai fratelli, con gli occhi che brillano di gioia grande! Siete così l’alba perenne della Chiesa: voi, consacrati e consacrate, siete l’alba perenne della Chiesa”.
Sr. Anna Colucci – Oblate S. Benedetto Giuseppe Labre