Una vita completamente nuova

Mons. Luigi Martella

Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità» (1Cor 5, 7s.).

È l’augurio di Paolo per la Pasqua. Non trovo parole più appropriate per esprimere anche il mio augurio pasquale in questo momento storico della vita delle nostre città; un periodo segnato dalla crisi degli orizzonti di senso, crisi che spesso si manifesta in eventi di disaffezione, se non addirittura di disprezzo della vita.

La Pasqua di Gesù, allora, è veramente un messaggio di speranza, la testimonianza che il lievito nella massa può ancora essere rinnovato, per spingere il tempo verso la sponda dell’autenticità, della bellezza e dell’amore e tirare il futuro di Dio dentro la pasta della storia umana.

Tante famiglie sono nella sofferenza, o per motivi economici o perché toccate dalla morte, talvolta inaspettata e drammatica, di persone care. Sappiamo bene per quanti problemi le nostre comunità sono in sofferenza! E mentre esprimo ancora la mia vicinanza, mi permetto di sollecitare tutti ad un impegno corale perché si possano lasciare presto alle spalle le ombre della notte.

Vorrei ancora ricorrere a san Paolo per esprimere un altro pensiero. In una delle sue lettere, esattamente quella ai Colossesi, l’apostolo afferma: «Sono lieto delle sofferenze che la vita mi presenta, perché mediante esse completo quello che manca alla passione di Cristo» (Col 1, 24). In realtà alla passione di Cristo non manca nulla, essa è completa in sé, però l’apostolo vuole far capire che alla passione di Cristo manca la mia partecipazione, la partecipazione di tutti perché essa si completi nella storia.

In continuità e in coerenza con questa riflessione, oso aggiungerne un’altra, immaginando che sia già implicita nel pensiero di Paolo. E cioè: Vorrei che noi tutti portassimo a compimento la Risurrezione di Gesù Cristo. Il Risorto, infatti, non significa semplicemente che Gesù non è rimasto nella tomba, ma Gesù che vince la morte è principio, seme di vita completamente nuova. Naturalmente, come la passione, è completa anche la risurrezione. Manca però la mia parte, manca la nostra partecipazione. Pertanto, ogni volta che il bene vince sul male, ogni volta che l’amore vince sull’odio, ogni volta che la generosità vince sulla povertà, si dà ‘compimento’ alla risurrezione di Gesù. Sono piccoli esempi dinanzi ad una realtà molto vasta e complessa. D’accordo! Ma sono manifestazioni inequivocabili dell’efficacia della risurrezione del Signore.

Buona Pasqua!

+ don Gino, vescovo