AFGHANISTAN – Sentirli presenti

Strage a Kabul

Riuniti nel convegno diocesano pastorale, il Vescovo e gli oltre 400 rappresentanti delle parrocchie, associazioni e comunità della diocesi, hanno espresso  il cordoglio per la morte dei sei soldati italiani e degli altri feriti nella strage di Kabul. “Il silenzio orante, – ha detto Mons. Martella è il nostro atto di omaggio per i nostri fratelli che hanno pagato col prezzo della vita la causa della pace. Il nostro affetto ai loro familiari e amici”.
A loro è stato dedicato un minuto di silenzio e la preghiera, prima dell’apertura dei lavori.

Tenente Antonio Fortunato, 35 anni, originario di Lagonegro (Potenza); primo caporal maggiore Matteo Mureddu, 26 anni, di Oristano; primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, 26 anni, di Glarus (Svizzera); sergente maggiore Roberto Valente, 37 anni, di Napoli; primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, 26 anni, di Orvieto; primo caporal maggiore Massimiliano Randino, 32 anni, di Pagani (Salerno). Sono questi i nomi dei sei soldati del contingente italiano ‘Italfor XX’ impegnato in Afghanistan, rimasti vittime, il 17 settembre, di un attacco kamikaze rivendicato dai talebani. Dai primi accertamenti risulta che un’autovettura si sia frapposta tra i due mezzi ‘Lince’ e si sia fatta successivamente esplodere. Si tratta del più grave attacco subito dall’Italia dalla strage di Nassiriya, in Iraq. In quell’occasione, era il 12 novembre del 2003, nella base militare italiana morirono 19 persone: 12 carabinieri, 4 soldati dell’esercito e 2 civili. Con i morti di Kabul salgono a 21 gli italiani morti in Afghanistan dall’inizio del 2004. La maggioranza dei soldati è rimasta vittima di attentati, mentre una minor parte è morta in incidenti o per malore. Dall’inizio dell’intervento nel 2001, i militari delle truppe Nato morti in Afghanistan sono, in totale, 1.403.

Il cordoglio del Papa. ‘Informato’ dell’attacco ai militari italiani, Benedetto XVI, per bocca del suo portavoce, padre Federico Lombardi, ha affermato di ‘assicurare le sue preghiere per le vittime’. ‘Il Papa ‘ ha detto Lombardi ‘ manifesta la sua vicinanza alle famiglie e a tutte le persone coinvolte e si augura che tutto questo sangue alla fine possa essere sostituito dalla pace per cui tante persone sono impegnate e stanno donando la loro vita. Quello che ferisce di più ‘ è stato il commento del direttore della sala stampa vaticana ‘ è il fatto che continui questa violenza proprio nei confronti di persone che sono impegnate per la pace’.

‘Cordoglio, solidarietà e preghiera’. L’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Vincenzo Pelvi, così ha accolto la notizia della morte, a Kabul, dei 6 militari italiani. Nelle parole di mons. Pelvi anche ‘infinita riconoscenza’: ‘I nostri militari ‘ ha affermato ‘ sono in Afghanistan per proteggere e incoraggiare chi vuole vivere in pace e migliorare le proprie drammatiche condizioni di vita. A nessuno può sfuggire la loro generosità che, oltre a garantire la sicurezza del territorio, sta aiutando a ricostruire le Istituzioni e le infrastrutture di quel Paese. Il terrorismo ha paura della solidarietà perciò manifesta il disprezzo per la vita umana. In questo periodo così delicato per le sorti della democrazia in Afghanistan sento il dovere di ringraziarli sia come uomo che come fratello nel Signore’. Pensieri che mons. Pelvi aveva già espresso in una sua lettera, “Mi stai a cuore”, inviata, il 19 agosto scorso, ai soldati italiani in Afghanistan. ‘I nostri militari ‘ ha aggiunto l’arcivescovo ‘ si stanno distinguendo per la volontà di aiutare gli altri, con le virtù proprie di ogni cristiano: l’amore ai poveri, lo spirito di sacrificio, il senso del dovere. La loro è una chiara lezione di pace evangelica nell’insanguinata storia dei nostri giorni. Il Vangelo della pace non si dimostra, si mostra pagando di persona’.

La Folgore ci appartiene. ‘Davanti a fatti del genere non c’è altro da fare che restare in silenzio e in preghiera. Siamo angosciati e uniti al dolore delle famiglie dei soldati morti e feriti, a quello dei civili afghani rimasti coinvolti’. Sono le parole di mons. Antonio Buoncristiani, arcivescovo di Siena, nella cui giurisdizione si trova la caserma di appartenenza dei soldati morti, tutti appartenenti alla Folgore, al 186° reggimento. ‘La Folgore ‘ ha ricordato l’arcivescovo ‘ è una realtà che ci appartiene come città. Abbiamo accompagnato questi soldati nella partenza adesso la città si stringe intorno a loro e alle loro famiglie. Li vogliamo sentire presenti, con la fede abbiamo la certezza che la morte non è la fine ma l’ingresso in una vita nuova. In questi momenti dobbiamo manifestare tutta la nostra fede’.

Soldati valorosi. In una nota, il vescovo di Pozzuoli, mons. Gennaro Pascarella, ha manifestato ‘la propria vicinanza alla famiglia del sergente maggiore Roberto Valente e alle famiglie degli altri cinque militari italiani vittime dei gravi attentati di Kabul, riprendendo l’indirizzo di riconoscenza espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai valorosi che rappresentano l’Italia nelle missioni internazionali per la pace’. In particolare, il vescovo esprime ‘profondo affetto alla moglie del giovane sergente Valente, Stefania e al piccolo Simone a nome di tutta la comunità diocesana, della parrocchia Buon Pastore e San Francesco di Paola e del nido Centro Arcobaleno di Fuorigrotta, frequentato dal figlio’.

Animati da grandi ideali. ‘Il ragazzo era partito per questa missione di pace animato da grandi ideali e da generosità. Tutta la comunità ecclesiale di Lubriano, con quella diocesana, è vicina alla famiglia’. È il ricordo di mons. Lorenzo Chiarinelli, vescovo di Viterbo, diocesi in cui risiede la famiglia di Gian Domenico Pistonami, una delle sei vittime di Kabul. ‘Siamo vicini a suo padre e sua madre, per sostenerne il dolore e per quello che è possibile confortarli. Gian Domenico era il loro unico figlio e questa perdita è straziante. Ci affidiamo tutti alla preghiera ‘ ha aggiunto il vescovo ‘ questa gente ha robuste tradizioni religiose e la preghiera rappresenta la sorgente da cui far scaturire rinnovate energie’.

a cura della redazione di Luce e Vita