Duemila anni fa i primi discepoli di Cristo riuniti a Gerusalemme, vissero l’esperienza dell’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, e furono uniti insieme come corpo di Cristo. In quell’evento i cristiani di ogni tempo e di ogni luogo riconoscono la propria origine come comunità di credenti, chiamati insieme a proclamare Gesù Cristo Signore e salvatore. Nonostante quella chiesa di Gerusalemme avesse dovuto affrontare delle difficoltà, sia interne che esterne, i suoi membri perseverarono in fedeltà e comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera.
Non è difficile vedere come la situazione dei primi cristiani nella Città Santa rispecchi quella della chiesa di Gerusalemme oggi. L’attuale comunità, infatti, rivive molte delle gioie e dei dolori della prima chiesa: ingiustizie e disuguaglianze, divisioni, ma anche fedele perseveranza e riconoscimento di una più vasta unità fra i cristiani.
Le chiese di Gerusalemme oggi ci offrono una visione di che cosa significhi lottare per l’unità, malgrado grandi problemi. Esse ci mostrano che l’anelito all’unità può essere più che semplici parole, e, in realtà, può orientarci verso un futuro di impegno concreto in cui anticipiamo la Gerusalemme celeste.
Ci vuole senso della realtà per realizzare questa idea. La responsabilità delle nostre divisioni resta nostra, esse sono il risultato delle nostre azioni. Quando preghiamo dobbiamo chiedere a Dio di cambiarci, di convertirci per lavorare attivamente per l’unità. Siamo disposti a pregare per l’unità, ma la sola preghiera non può sostituire l’azione concreta per l’unità. Non siamo forse noi stessi un impedimento all’azione dello Spirito Santo perché siamo noi l’ostacolo all’unità? Non è forse la nostra stessa bramosia che blocca l’unità?
La chiamata all’unità quest’anno giunge alle chiese di tutto il mondo da Gerusalemme, la chiesa madre. Memori delle proprie divisioni e dell’urgenza di fare di più per l’unità del corpo di Cristo, le chiese di Gerusalemme esortano tutti i cristiani a riscoprire i valori che tennero uniti i primi cristiani di Gerusalemme, quando essi rimasero fedeli all’insegnamento degli apostoli, alla comunione fraterna, allo spezzare il pane insieme e alla preghiera. Questa è la sfida che si pone innanzi a noi. I cristiani di Gerusalemme invitano i loro fratelli e le loro sorelle a rendere questa Settimana di preghiera un’occasione per un rinnovato impegno a lavorare per un ecumenismo genuino, fondato sull’esperienza della prima chiesa.
Quattro elementi di unità
La preghiera per la Settimana dell’unità dei cristiani 2011 è stata preparata dai cristiani di Gerusalemme, che hanno scelto come brano la pericope degli Atti degli Apostoli 2, 42-47, da cui il tema della Settimana che riprende il primo versetto: “Essi ascoltavano con assiduità l’insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme”. È un richiamo alle origini della prima chiesa in Gerusalemme che ispira al rinnovamento e al ritorno all’essenza della fede; è una chiamata a rivivere il tempo in cui la Chiesa era ancora unita. All’interno del tema vengono presentati quattro elementi peculiari della comunità cristiana originaria, ed essenziali alla vita di ogni comunità cristiana, ovunque essa si trovi. In primo luogo la parola, che era trasmessa dagli apostoli; in secondo luogo la comunione (koinonia), che era una caratteristica dei primi credenti ogniqualvolta si riunivano insieme; in terzo luogo, anch’esso segno distintivo della prima chiesa, la celebrazione eucaristica (lo spezzare il pane), che ricorda la nuova alleanza inaugurata da Gesù con la sua sofferenza, morte e resurrezione; in quarto luogo l’offerta di una incessante preghiera. Questi quattro elementi costituiscono i pilastri della vita della Chiesa e della sua unità.
La comunità cristiana della Terra Santa desidera mettere in rilievo questi elementi basilari, mentre eleva a Dio la preghiera per l’unità e la vitalità della Chiesa in tutto il mondo. I cristiani di Gerusalemme invitano le loro sorelle e i loro fratelli nel mondo ad unirsi in preghiera mentre essi lottano per la giustizia, la pace e la prosperità per tutti i popoli del loro territorio.
I temi degli otto giorni
È possibile ravvisare un itinerario di fede attraverso la successione dei temi degli otto giorni. Dagli inizi nel cenacolo, la comunità cristiana sperimenta l’effusione dello Spirito Santo, che la rende capace di crescere nella fede e nell’unità, nella preghiera e nell’azione, così da divenire davvero una comunità di resurrezione, unita in Cristo, nella sua vittoria su tutto ciò che divide gli uni dagli altri e da lui. La chiesa di Gerusalemme diviene poi, a sua volta, un faro di speranza, un pegno della Gerusalemme celeste chiamata a riconciliare non soltanto le chiese, ma tutti i popoli. Questo itinerario è guidato dallo Spirito Santo che porta i primi cristiani alla conoscenza della verità su Gesù Cristo, e che dona alla chiesa primitiva segni e prodigi per lo stupore di molti. Mentre proseguono nel loro viaggio, i cristiani di Gerusalemme si riuniscono con devozione per ascoltare la parola di Dio trasmessa dall’insegnamento degli apostoli e si radunano insieme nella comunione di fede, espressa nello spezzare il pane e nella preghiera. Rivestita dalla potenza e colma della speranza della resurrezione, la comunità celebra la sua sicura vittoria sopra il peccato e la morte tanto da avere il coraggio e la convinzione di essere essa stessa uno strumento di riconciliazione, capace di ispirare e sfidare tutte le genti a superare le divisioni e l’ingiustizia che le opprimono.
Il primo giorno espone il contesto della chiesa madre di Gerusalemme, evidenziando la sua continuità con la Chiesa di oggi in tutto il mondo. Ci ricorda il coraggio della prima chiesa e la sua ferma testimonianza alla verità, proprio nel momento in cui abbiamo bisogno di operare per la giustizia a Gerusalemme e nel resto del mondo. Il secondo giorno richiama il fatto che la prima comunità riunita a Pentecoste era costituita da persone di diversa origine, proprio come la chiesa di Gerusalemme oggi presenta una ricca diversità di tradizioni cristiane. La nostra sfida oggi è di raggiungere una maggiore unità visibile in modi che abbraccino le nostre differenze e le nostre tradizioni. Il terzo giorno guarda all’essenziale dell’unità: la parola di Dio consegnata attraverso l’insegnamento degli apostoli. La chiesa di Gerusalemme ci ricorda che, qualsiasi siano le nostre divisioni, quell’insegnamento ci rivolge il pressante invito a dedicarci gli uni agli altri nell’amore e a darci all’unico corpo di Cristo, che è la Chiesa, nella fedeltà. Il quarto giorno sottolinea la condivisione come il secondo elemento dell’unità. Proprio come i primi cristiani che tenevano tutto in comune, la chiesa di Gerusalemme chiama tutti i fratelli e le sorelle nella chiesa a condividere i beni e a portare i pesi gli uni degli altri con cuore lieto e generoso, cosicché nessuno sia nel bisogno. Il quinto giorno focalizza il terzo elemento di unità: lo spezzare il pane, che ci unisce nella speranza. La nostra unità va oltre la Santa Comunione, deve includere il giusto atteggiamento etico verso la persona umana e verso l’intera comunità. La chiesa di Gerusalemme raccomanda a noi cristiani di unirci nello spezzare il pane oggi, perché una chiesa divisa non può parlare con autorità su questioni riguardanti la giustizia e la pace. Il sesto giorno presenta il quarto carattere dell’unità. Insieme alla chiesa di Gerusalemme traiamo forza dal tempo trascorso in preghiera. In modo particolare, la preghiera del Signore chiama tutti noi, a Gerusalemme e in tutto il mondo, deboli e potenti, a lavorare insieme per la giustizia, la pace e l’unità affinché venga il regno di Dio. Il settimo giorno ci porta aldilà dei quattro elementi di unità, perché la chiesa di Gerusalemme gioiosamente proclama la resurrezione anche quando porta il peso della croce. La resurrezione di Gesù è per i cristiani di Gerusalemme oggi speranza e forza che li rende capaci di rimanere costanti nella loro testimonianza, nell’agire per la libertà e la pace nella città della pace. L’ottavo giorno conclude il nostro percorso con l’invito rivolto dalle chiese di Gerusalemme ad un più ampio servizio alla causa della riconciliazione. Anche se i cristiani raggiungessero l’unità fra di loro, la loro opera non sarebbe completa poiché essi si devono riconciliare con gli altri. Nel contesto di Gerusalemme ciò significa Palestinesi e Israeliani, in altre comunità i cristiani sono chiamati a perseguire la giustizia e la riconciliazione nel loro contesto.
Il tema per ogni giorno è stato scelto, perciò, non solo per ricordare a noi la storia della prima chiesa, ma anche per richiamare l’esperienza dei cristiani nella Gerusalemme di oggi, e per invitarci a riflettere su come possiamo portare tale esperienza nella vita delle nostre comunità cristiane nel loro contesto. Durante questo itinerario di otto giorni, i cristiani di Gerusalemme ci invitano a proclamare e testimoniare che l’unità ‘ nel suo senso pieno di fedeltà all’insegnamento degli apostoli, di comunione, dello spezzare il pane insieme e della preghiera ‘ ci consentirà di vincere insieme il male, non solo a Gerusalemme ma in tutto il mondo.
La preparazione del materiale per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2011
Il lavoro iniziale che ha portato alla pubblicazione di questo materiale è stato effettuato da un gruppo di responsabili di comunità in Gerusalemme, che si sono incontrati su invito del Consiglio ecumenico delle chiese, il loro lavoro è stato facilitato dal Jerusalem Inter-Church Centre. Desideriamo sentitamente ringraziare quanti hanno collaborato:
– Sua Beatitudine Michel Sabbah, Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini
– Sua Grazia, Munib Younan, Vescovo, Chiesa Evangelica Luterana di Giordania e diTerra Santa (Evangelical Lutheran Church in Jordan and the Holy Land)
– Rev. Naim Ateek, Chiesa Episcopale di Gerusalemme e del Medio Oriente (Episcopal Church in Jerusalem and the Middle East)
– Rev. Francis Bouwen, Chiesa Cattolica (Roman Catholic Church)
– Fr. Alexander, Patriarcato Greco-Ortodosso di Gerusalemme (Greek Orthodox Patriarchate of Jerusalem)
– Fr. Jamal Khader, Università di Betlemme
– Mr. Michel Bahnam, Patriarcato Siro-Ortodosso di Antiochia (Syrian Orthodox Patriarchate of Antioch)
– Ms. Nora Karmi, Chiesa Armena-Ortodossa (Armenian Orthodox Church)
– Mr. Yusef Daher, Chiesa Cattolica Greco-Melkita (Greek Catholic Melkite Church).
I testi proposti sono stati redatti nella loro stesura finale, durante una riunione della Commissione preparatoria internazionale nominata dal Consiglio ecumenico delle chiese e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani della Chiesa Cattolica.