Preparata da quattro momenti di preghiera a cura del Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni
si celebra il 21 aprile, Domenica del Buon Pastore, la 5!ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni sul tema: ‘Le vocazioni segno della speranza fondata sulla fede’.
Riportiamo una riflessione a cura del rettore del Seminario dicoesano, don Michele Amorosini
«Si alzi dunque al cielo la nostra preghiera: dalle famiglie, dalle parrocchie, dalle comunità religiose, dalle corsie degli ospedali, dallo stuolo dei bimbi innocenti, affinché crescano le vocazioni e siano conformi ai desideri del Cuore di Cristo». Con queste parole il Servo di Dio Paolo VI proponeva alla Chiesa Universale la celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che oggi, 21 aprile, IV Domenica di Pasqua, conosciuta come la ‘domenica del buon Pastore’, giunge al suo 50° anniversario. Questo evento, nella nostra Diocesi, coincide con le celebrazioni per il 20° anniversario del dies natalis del servo di Dio don Tonino Bello, testimone dell’amore di Dio e profeta di speranza. Benedetto XVI nel messaggio, inviato a tutte le comunità cristiane, invita a riflettere sul tema ‘Le vocazioni segno della speranza fondata sulla fede‘, tradotto per tutta la Chiesa italiana con lo slogan ‘Progetta con Dio’abita il futuro‘. La speranza è una virtù teologale, un dono che il cristiano riceve dall’alto, da Dio. La nostra fede si fonda sulla fedeltà di Dio all’alleanza che trova compimento nel sangue del suo Figlio, morto e risorto per la nostra salvezza. Avere speranza equivale a confidare nel Dio fedele, che mantiene le promesse dell’alleanza. Fede e speranza sono, pertanto, strettamente unite. La fedeltà di Dio, alla quale dobbiamo affidarci con ferma speranza, consiste nel suo amore. Questo amore, che si è rivelato in Gesù Cristo, interpella l’esistenza di ciascuno e chiede una risposta. Anche oggi Gesù, il Risorto, passa lungo le strade della nostra vita e continua a rivolgerci la sua parola e ci chiama a realizzare la nostra vita con Lui, il solo capace di appagare la nostra sete di speranza. Egli ci chiede di seguirlo, di immergere la nostra volontà nella sua, di metterlo al primo posto e di entrare in comunione profonda con Lui, il Signore della vita. L’invito è rivolto ai giovani, perché di fronte a tante proposte superficiali ed effimere, sappiano coltivare l’attrazione verso i valori, le mete alte, le scelte radicali per un servizio agli altri sulle orme di Gesù. Benedetto XVI così conclude il suo messaggio: «Cari giovani, non abbiate paura di seguirlo e di percorrere le vie esigenti e coraggiose della carità e dell’impegno generoso!». Anche Papa Francesco ha esortato i giovani alla speranza con queste parole: «Portate avanti questa certezza: il Signore è vivo e cammina a fianco a noi nella vita. Questa è la vostra missione! Portate avanti questa speranza. Siate ancorati a questa speranza: questa ancora che è nel cielo; tenete forte la corda, siate ancorati e portate avanti la speranza. Voi, testimoni di Gesù, portate avanti la testimonianza che Gesù è vivo e questo ci darà speranza, darà speranza a questo mondo un po’ invecchiato per le guerre, per il male, per il peccato. Avanti giovani!». Li ha invitati a progettare la propria vita con Dio, abile architetto, l’unico che potrà darle fondamenta solide e le consentirà di rimanere nel tempo bella e luminosa. È attraverso la vocazione di ciascuno che passa la realizzazione della nostra speranza: è qui che intravediamo il nostro futuro, ciò che siamo chiamati ad essere, a divenire secondo quello che il Signore vuole da noi.