A Molfetta la marcia nazionale della pace, il 31 dicembre 2015

Lo ha comunicato Mons. Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi

Presente a Molfetta, lunedì 7 settembre, per l’inaugurazione dell’ostello per l’accoglienza dei commercianti stranieri, dedicato al piccolo Aylan Kurdi,  il bambino morto nella traversata tra Kos e Bodrum, Mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e attuale presidente nazionale di Pax Christi, si è intrattenuto con i giornalisti per commentare l’iniziativa molfettese, al suo terzo anno, alla luce anche dei recenti pronunciamenti del Papa e delle sensibilità finalmente scaturite in Europa verso i migranti. “Pare che in questo muro si sia aperta una breccia ed è la breccia, direi, dell’umanità, a prescindere da altre motivazioni. Ci voleva questo sussulto di coscienza rispetto al discorso dei rifugiati, degli immigrati”. “Ben venga – ha proseguito – se sta portando finalmente ad aprire le frontiere e i confini”. Ma per accogliere l’invito del Papa ad aprire “le parrocchie, i conventi, i monasteri, le famiglie” don Giovanni ribadisce che è necessario “aprire ancor prima i nostri cuori. L’apertura della casa è sempre conseguenza dell’apertura del cuore”.
L’accoglienza dei migranti ha poi un sapore diverso, qui in Puglia, dove le Caritas diocesane fanno già molto sin dalle prime ondate di immigrati che hanno trovato sulle nostre coste i primi approdi “e qui è chiaro – ha detto Ricchiuti – che viene subito alla mente l’indimenticato vescovo don Tonino e la sua passione per tutto ciò che concerneva accoglienza, integrazione, ma soprattutto la sua grande umanità”.
Non c’era occasione e luogo più propizio per don Giovanni, da novembre 2014 alla guida di Pax Christi, per annunciare “in sintonia con tutta la CEI ed i vari uffici e le varie associazioni che ne prenderanno parte, che il 31 dicembre del 2015, la marcia della Pace torna a Molfetta, dopo l’ultima che è stata fatta nel 1992”.
Annuncio di grande gioia e di responsabilità per la nostra diocesi, a 23 anni da quella notte di capodanno all’insegna della pioggia e del visibile entusiasmo di don Tonino Bello che, a poche settimane dal suo ritorno da Sarajevo e a pochi mesi dalla morte, trascinava le migliaia di persone giunte da tutt’Italia, sui sentieri della pace.
È questo un altro dono che ci ha lasciato il compianto vescovo Luigi Martella, che ne aveva già dato comunicazione ai direttori degli uffici diocesani in quel primo incontro di programmazione svolto due giorni prima di morire, il 4 luglio scorso. Egli, su sollecitazione di Pax Christi, aveva avanzato formale richiesta alla CEI per ospitare la marcia della pace e già nel mese di maggio Mons. Nunzio Galantino aveva inviato la lettera di conferma. Ora la diocesi, con la piena collaborazione dichiarata dal sindaco Natalicchio,  si attiverà anche per questa iniziativa nella fiduciosa speranza di poter avere, per quella data, il conforto e la guida saggia dell’atteso vescovo.

L.S. © Luce e Vita