I primi cento battiti della parrocchia Sacro Cuore di Gesù

di Andrea Teofrasto

La Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù ha una sua identità che, con vicende alterne, a volte luminose e altre meno, ha dato un apporto notevole al progresso umano e spirituale del territorio e della gente che vi abita.
Cent’anni di vita, un secolo di attività. Una data importante nella vita di una istituzione, giova perciò rievocarla con la memoria e pensare alla umiltà delle origini. 
Vi era su via Q. Sella un luogo angusto, disadattato, non rispondente alle esigenze di un quartiere nascente, una pubblica stalla e questa fu la prima Chiesa del Sacro Cuore. Tutto il quartiere nasce e si sviluppa dopo la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. È vero che la Bolla di erezione di Parrocchia porta la firma di Mons. Pasquale Picone, il 4 gennaio 1916, ma comincia a funzionare il 1 giugno 1916. La superficie della primitiva chiesa è di 165 mq; tre le finestrelle, l’altare provvisorio è di legno, vi è qualche statua racimolata qua e là; l’altezza del locale è di 4 metri. E così si continua fino al 12 giugno 1926.
Nel rione ancora non vi sono grossi palazzi, popolazione in prevalenza rurale, molti i traini per le strade. Se per rendere officiabile la prima chiesetta bastarono 700 lire nel 1916, dopo 50 anni a conti fatti, oltre al costo delle fabbriche del campanile, si sono spesi per ornarla oltre 50 milioni di lire.
Dopo le due guerre c’è uno sviluppo sensibile, una ricostruzione vertiginosa ed insieme alle costruzioni, vi sono famiglie che si spostano dai diversi rioni della città, per popolare le case alte fino a sette piani, portando un nuovo afflato di vita, di abitudini e di consuetudini nuove. L’antica chiesetta non è più consona all’espansione territoriale e ci si accinge a costruirne una nuova più alta, più bella e più ardimentosa nella costruzione: a questo pensò la genialità di Mons. Pasquale Gioia che nel 1925 affida alla ditta Castelli di Milano e all’ingegnere Momo, il compito di costruire la Chiesa. Il 13 aprile del 1926 viene demolita la vecchia cappella e le attività parrocchiali trasferite nella chiesa di S. Teresa fino al marzo del 1927. L’11 giugno del 1926 viene posta la prima pietra. Nel marzo del 1930 inizia la pavimentazione, mentre nel 1932 è la volta del portale e della facciata. Nel 1933 si inaugura il campanile e nel 1934 viene installato il pulpito. Il 19 ottobre dello stesso anno si inaugura l’affresco del catino dell’altare maggiore.
La si completa poi attraverso gli anni, rendendola funzionale al servizio giornaliero e quello domenicale. Si va avanti per gradi. Si pensa ad un più attrezzato ufficio parrocchiale munito di registri, di schede, di fogli e di cartelle. Non bastano i vecchi e piccoli locali. Si formano le scuole di catechismo. Con don Giovanni Capursi, nasce un Bollettino  – Vita Parrocchiale – che dal 1944 registra e annota quotidianamente le cose di maggiore rilievo compiute fuori e dentro l’ambiente parrocchiale. Le lezioni di catechismo si fanno in una scuola ordinaria e metodica, cinque mesi consecutivi all’anno, da gennaio a maggio, oltre 70 le lezioni per circa 400 ragazzi. 
Se si guarda obiettivamente, grandi progressi si sono operati nella vita della parrocchia. Ben altri si attendono in futuro. 
Le prime esperienze di vita parrocchiale serviranno ad illuminare, a spronare, ad operare per il bene della Comunità parrocchiale. Era giusto perciò consacrare questo periodo di storia e consegnare all’archivio parrocchiale quanto si è operato in questo primo secolo. E ciò è stato fatto con scrupolosità e grande fatica.
La nostra Comunità, grazie anche ai sacerdoti che si sono avvicendati, è sempre stata vivace, ricca di operatori validi e motivati e di gente generosa e disponibile. Collocata al centro della città, ha risposto molto bene alla volontà e alle attese dei diversi Vescovi succedutisi: essere il cuore della Chiesa e della città di Molfetta. In questi 100 anni, essa ha lavorato senza sosta grazie ad aggregazioni laicali come l’Azione Cattolica, il Gruppo Missionario, il Gruppo Samaritano, i Gruppi Famiglia, l’Apostolato della Preghiera, l’Associazione di volontariato “Pier Giorgio Frassati”; i gruppi di servizio come il Gruppo Catechisti, l’Equipe Giovani, il Gruppo Ministranti, la Schola Cantorum, il Gruppo Caritas e la Confraternita del SS. Sacramento. Importanti sono le Pie Associazioni tra cui: Guardia d’Onore del Sacro Cuore di Gesù, Madonna della Grazia, San Gerardo Maiella, Gruppo di preghiera “Padre Pio” e Associazione del Suffragio “Monte Purgatorio”. Tutte forme associative essenziali per rimanere una piccola luce all’interno del territorio.
Appuntamento esemplare, nonché cuore ideale dell’intera settimana, è l’Eucaristia domenicale, che raccoglie attorno all’altare circa 400 ragazzi, molte famiglie, i catechisti e i giovani. Per entrare con sempre maggiore consapevolezza nel mistero dell’Eucaristia, la Comunità ha continuato a scandire il suo percorso annuale da due grandi appuntamenti, introdotti all’indomani del Concilio dalla saggezza pastorale di don Tommaso Tridente: la Settimana biblica e la Settimana eucaristica.
Forse stiamo tracciando un profilo troppo ideale della Comunità. Nessuna illusione: anche qui non mancano problemi e difficoltà. Ma, d’altronde, quale parrocchia non ha subito in questi ultimi anni il contraccolpo della mentalità corrente? Quale parrocchia non ha visto l’esodo della popolazione giovanile dal suo ambiente parrocchiale? Quale parrocchia è capace di relazioni sempre serene e costruttive, di spinte missionarie sempre generose e audaci? A rendere talvolta più difficoltoso il nostro cammino è l’assenza di strutture e ambienti che permettano ai nostri ragazzi e giovani di fermarsi, giocare, interagire, fare attività formative. Una difficoltà, però, che – a dire il vero – ci ha indotti ad uscire dalla sagrestia e ad occupare le strade del territorio, come accade con l’Oratorio estivo, e ad entrare nelle case della gente, come è successo negli ultimi anni con l’esperienza dei Centri di ascolto della Parola.
Nel 2008 si sono posti in essere importanti interventi di ristrutturazione della chiesa–edificio. Si ultimarono, sotto la gestione pastorale di don Gianni Fiorentino, i lavori del tetto e si programmarono quelli che riguardavano le finestre della parte superiore e il rifacimento degli intonaci esterni, perché la chiesa, che svetta solenne sul corso principale della città, ritornasse ad incantare con la sua bellezza.
Anche la Chiesa-Comunità sta conoscendo in questi anni un processo di rinnovamento, un tempo di vera e propria «ristrutturazione» pastorale. Essere a passo con i tempi non è facile, eppure la nostra Comunità si interroga per rispondere sempre meglio alle attese del suo tempo. 
Eleviamo ancora oggi un grato pensiero agli uomini che ben operarono a cominciare da Domenico Gagliardi, che donò la terra dove è stata costruita la Chiesa, a finire a Mons. Pasquale Gioia, agli Economi Spirituali Bartoli e Spadavecchia, a Mons. Achille Salvucci, alle anime buone e generose che aiutarono con la loro preghiera, con il loro consiglio e l’offerta. A tutti un devoto e riconoscente pensiero e la preghiera fervida in questa data centenaria. 
Buon compleanno!

(da: Luce e Vita n.23 del 5 giugno 2016)