Clero di Puglia

Papa Francesco: nomina don Angelo Raffaele Panzetta nuovo vescovo di Crotone-Santa Severina

S.E.Mons. Angelo Panzetta

Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina, presentata da mons. Domenico Graziani, e ha nominato arcivescovo di Crotone-Santa Severina don Angelo Raffaele Panzetta, del clero dell’arcidiocesi metropolitana di Taranto, finora Preside dell’Istituto teologico pugliese. Ne dà notizia oggi la Sala stampa della Santa Sede. Don Panzetta è nato il 26 agosto 1966 a Pulsano, in provincia ed arcidiocesi di Taranto. Ha frequentato il Seminario minore e dopo la maturità classica è entrato nel
Pontificio seminario regionale di Molfetta concludendo gli studi con il baccalaureato in teologia. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 14 aprile 1993. Nel 1994 ha conseguito la licenza in teologia morale e nel 2000 il dottorato presso l’Accademia Alfonsiana di Roma. È stato viceparroco a Pulsano, segretario particolare dell’arcivescovo, mons. Papa, assistente ecclesiastico dei Medici Cattolici e dell’Istituto
secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo per la metropolia di Taranto; ha diretto anche l’ufficio diocesano e successivamente quello regionale per la pastorale familiare. Dal 2006 ad oggi è stato assistente spirituale diocesano della Comunità Gesù ama del Rinnovamento
Carismatico Cattolico. Ha offerto la propria collaborazione pastorale in diverse comunità parrocchiali dell’arcidiocesi di Taranto: a Martina Franca, a Montemesola, a Taranto e a Carosino. Inoltre, dal 2000 al 2002 è stato padre spirituale nel Seminario interdiocesano di Poggio
Galeso e dal 2008 al 2011 padre spirituale nel Pontificio seminario regionale di Molfetta. È divenuto poi docente di teologia morale presso l’Istituto di scienze religiose di Taranto (negli anni 1994- 1998) e finora anche presso l’Istituto teologico Santa Fara di Bari e l’Istituto teologico Regina Apuliae di Molfetta.

Contestualmente, presso la Facoltà teologica pugliese è stato docente stabile straordinario ed ha ricoperto i ruoli prima di vicepreside (2008-2011) e finora di preside. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni su riviste specializzate.

“L’Evangelii gaudium”, l’esortazione apostolica di Papa Francesco, “come carta costituzionale” del suo prossimo mandato episcopale. Si è presentato così questa mattina don Angelo Panzetta nella Cattedrale di san Cataldo, mentre in contemporanea nella Sala Vaticana veniva comunicata la sua nomina ad arcivescovo della diocesi di Crotone-San Severina. “È una settimana che non dormo per l’emozione e la trepidazione. In pratica, da quando lo so” – ha detto sorridendo il prete tarantino, la cui celebrazione di consacrazione si terrà il 27 dicembre nella concattedrale di Taranto. “Ho avvertito da subito su di me l’affetto, la preghiera della Chiesa, la fiducia del Santo Padre, l’amore filiale di mons. Santoro e mons. Benigno Papa (vescovo emerito della diocesi ionica, ndr). Ho timori per la grandezza del compito – ha proseguito – però mi fido ciecamente della grazia di Dio e dell’aiuto della Vergine”. Don Panzetta è figlio di un operaio che ha lavorato tutta la vita nell’ex Italsider di Taranto, poi Ilva, nell’ultimo anno ArcelorMittal Italia. “Mio padre era alla distillazione del benzolo, nei sottoprodotti, ho nel naso ancora quell’odore. Ed è un segno di speranza per me questa nomina proprio in questo momento difficile per la mia città. Sono certo che, con l’aiuto del Signore, chi ha la responsabilità di guidare la cosa pubblica troverà una strada che possa venire incontro alle legittime esigenze di tutti. La mia preghiera di questi giorni sarà per la mia diocesi e in particolare per questa situazione”. Da cosa partire come arcivescovo di una terra così complessa? “Ho in mente l’Evangelii gaudium di Papa Francesco, quella è la Carta Costituzionale a cui mi ispirerò ed è quello che cercherò di fare durante la mia vita di vescovo, che poi è l’idea che lo stesso Santo Padre sta cercando di veicolare. Quello sarà il mio modello. Un modello che il Papa porta avanti con le parole e con l’esempio di vita. No, non mi aspettavo questa nomina. Certo, ogni tanto qualcuno mi diceva qualcosa, era più un auspicio, però sono cose che se non ci mette la mano Dio, non si compiono. Io sono stato un prete felice ed avevo già più di quanto sperassi. Adesso, spero, con l’aiuto dall’Alto, di essere anche un vescovo felice”.