Pastorale scolastica

Relazione, alterità, reciprocità. 2°appuntamento del corso su “L’arte di essere umani”. Servizi video

Giovedì 14 novembre 2019

Giovedì 14 novembre 2019, dalle 16 alle 19, presso l’IS “Mons. Bello” di Molfetta, secondo appuntamento del corso di aggiornamento per docenti su “L’Arte di essere umani”.
Argomento della serata sarà:
Relazione, alterità, reciprocità,
relatrice: Prof.ssa Annalisa Caputo, Docente di Filosofia Teoretica presso l’Università degli Studi di Bari.

Sono circa 200 gli iscritti, fra docenti di religione e non, al corso promosso dall’Ufficio di Pastorale Scolastica della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi con il patrocinio del Consiglio Regionale della Puglia, del Comune di Molfetta e del Comune di Ruvo di Puglia e in collaborazione con diverse associazioni.
Nel primo incontro, del 10 ottobre, dopo i saluti istituzionali, sono state proposte alcune Riflessioni antropologiche nel postmoderno a cura del Prof. Fabio Pompeo Mancini, Docente di Pedagogia sociale presso la LUMSA di Taranto.

“Capire i ragazzi significa capire il nostro tempo” ha esordito Mancini addentrandosi nel complesso discorso della postmodernità, cioè del tempo in cui, nel venir meno dei “grandi racconti” dell’età moderna (illuminismo, idealismo, marxismo), il sapere viene trasformato dall’informatica e dai mass-media quale oggetto di scambio in un contesto di “liquidità” sociale e valoriale. E il Prof. Mancini ha parlato anche di “liquidità delle classi” ossia di quell’eterogenità dei vissuti sociopsicoaffettivi dei ragazzi rispetto ai quali i docenti non si configurano più come depositari del sapere, abbondantemente disponibile su internet, ma come facilitatori. “Trasmissivi sì, ma non solo” ha ribadito il relatore, che ha anche sottolineato l’importanza di un apprendimento che sia significativo, cioè ancorato alla vita, realizzato non o non solo con classiche lezioni frontali, ma in situazioni esperienziali (quelle che in gergo sono chiamate “compiti di realtà”). Forzati dalla logica della rete, tocca ai docenti tener conto della cornice cognitiva dei ragazzi non più lineare, ma circolare e sistemica, per cui è necessario operare una ricomposizione del sapere frammentato, valorizzando gli stessi strumenti digitali. A fronte dei paradgmi dell’uomo postmoderno “homo clausus” (che vive nella solitudine, solipsismo) e “homo psicologicus” (che sentimentalizza la realtà, tipico dei social, coinvolgendosi emotivamente per situazioni lontane o televisive, ma rimanendo indifferenti rispetto a chi sta accanto) al docente è chiesto di sospendere il giudizio ed esercitare quella vocazione all’ascolto oltre il sentire. Da qui l’esigenza, rimarcata da Mancini, di considerare quella del docente “una vera e propria vocazione, ben al di là di una collocazione lavorativa”. (Nel qr code i nostri servizi)

a cura di Luigi Sparapano
(Luce e Vita n.37 del 17 novembre 2019)