Intervento al 32° Seminario sulla direzione spirituale a servizio dell’accompagnamento vocazionale

Gallipoli, 21 aprile 2017
21-04-2017

Carissimi Don Nico e collaboratori dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni, grazie dell’invito ad essere qui con voi, nell’Ottava di Pasqua, per questo 32° Seminario sulla direzione spirituale a servizio dell’accompagnamento vocazionale.

“Ascolto dei sogni e coraggio di parole scomode” (L’accompagnamento vocazionale nello stile di don Tonino Bello)

 Siamo in un’epoca in cui si ha paura di diventare padrimadri; per cui vi sono molti figli orfani di genitori viventi (diceva il Card. Biffi). “I giovani, diceva Giovanni Paolo II del futuro…hanno più paura che desiderio”.

Il vero accompagnatore vocazionale deve aiutare a sognare, a rischiare la propria vita!

Nel Vangelo di oggi, San Giovanni dice che Pietro e i suoi amici andarono a pescare, ma quella notte non presero nulla (volevano fare da soli, senza l’ausilio di un tutor).

Quando già era l’alba Gesù stette sulla riva (Gv 21, 4).

A me sono cari tre verbi, che devono caratterizzare un vero padre spirituale:

1.          Stare.

Oggi c’è il sole, non lo vedo, ma lo sento

(disse un non vedente, appena entrò Mons. Bello in casa sua) (10.06.1990).

Stare accanto, in mezzo, dietro, in ogni momento raggiungibile! Un apprendista impara innanzitutto guardando, osservando il maestro! La pianta cresce se il contadino sta accanto ad essa. Cresce con essa!

2.          Contagiare.

Contagiate i più lontani con la trasparenza delle vostre scelte intonate alla logica del VangeloFate cadere il pregiudizio che il cristianesimo sia una partita che si gioca in sacrestia …; sappiate cogliere i segni del disagio”! (25.2.1990).

Purtroppo non sempre, a contagiare, è il bene, il bello, il buono!

3.          Testimoniare.

L’unico Vangelo che il mondo sa leggere è il libro della nostra vita. Non sa che far- sene dei nostri vaniloqui. Non lo interessano le professioni verbali di fede. Né si lascia incantare dallo splendore di cerimoniali senz’anima. Si fa sedurre solo dalle scelte concrete di una esistenza spesa per gli altri” (8 luglio 1990).

Ricordo che uno dei collaboratori di Mons. Bello disse un giorno: “Sì, è bravo, ma esagera un poco”.

Sono certo però che se l’amore non esagera, non lo è affatto. Nella misura in cui si è traboccanti, si è contagiosi ed autentici. Non solo bisogna essere, bisogna sembrare e bisogna che gli altri se ne accorgano!

“Non solo bisogna vegliare, occorre svegliare”, diceva Don Tonino. Bisogna scuotere le coscienze, bisogna osare, occorre rischiare, mettersi in gioco! Il vero educatore-padre spirituale non deve dare soluzioni, ma porre interrogativi! Il diretto deve poter dire “perché no?” e, non solo “perché?”.

Carissimi, questa è la maniera più bella di essere animatori vocazionali in questo tempo assai desideroso di modelli da imitare, non da evitare!

Concludo parafrasando una bellissima riflessione del Vescovo Tonino Bello:

Voglio volgere un augurio che non abbiate mai a impedire, con un protagonismo pure ammirevole, per schiettezza e generosità, la crescita dei molteplici carismi che il Signore suscita nel suo popolo. Sacrificarsi per la Chiesa di Dio, lavorare senza mire di espansione se non per il Regno, fare spazio a tutti senza monopolizzare nulla, bruciare di carità e poi farsi da parte fino a scomparire… siano il vostro contrassegno di riconoscimento più percettibile di qualsiasi altra divisa” (9 giugno 1991).

La missione del vero direttore spirituale è riuscita, solo quando diventa inutile (Don Bosco)! Ovvero, quando il diretto saprà camminare, scegliere ed agire da solo, vuol dire che la missione del suo direttore ha fatto centro!

Maria, con il suo silenzio fecondo, ci insegni l’arte dell’accompagnare e non del condizionare!

+ don Mimmo Cornacchia, Vescovo