Ufficio diocesano Catechistico

Chiesa e disabilità: un possibile connubio

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Molfetta, 20 aprile 2018 – Papa Francesco saluta un disabile al termine della S. Messa

Siamo passati dall’esperienza di un percorso di fede per nostra figlia Sara, ad un momento in cui ci è stata data la possibilità di recuperare il cammino fatto presso la parrocchia Immacolata di Molfetta e dargli una sistemazione “scientifica”, ripensandolo alla luce del recente magistero di Papa Francesco.

Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta offertaci dal Direttore UCD don Nicolò Tempesta di partecipare a Roma al Seminario di studio su “Famiglia e disabilità: generare percorsi di reciprocità nella comunità cristiana” dello scorso 26 marzo e al primo Convegno nazionale CEI su “Noi non loro. La disabilità nella Chiesa” dello scorso 3 e 4 giugno.

Interessanti gli interventi che ci hanno permesso di ripensare al percorso fatto insieme a nostra figlia perché è un cammino di famiglia. Infatti il relatore sottolineava l’importanza di avere rispetto delle difficoltà delle famiglie, della necessità di imparare e accompagnare le famiglie a compiere il passaggio dalla colpa alla responsabilità, intesa come capacità di rispondere da parte degli altri, dei diversi contesti che incontriamo, anche della comunità cristiana. Fondamentali, secondo lo psicologo, l’apertura, la reciproca fiducia che va a instaurarsi tra le parti e la dimensione affettiva.

A questo proposito, noi genitori ci siamo resi conto di quanto sia importante la dimensione dell’ascolto che diventa un vero e proprio spazio di reciprocità che permette alle persone con disabilità di poter crescere mettendo al centro due quesiti: cos’è importante per loro nelle relazioni e cosa a loro possa servire, domanda che le comunità cristiane dovrebbero cominciare a porsi.

Veramente che per noi come famiglia questi momenti formativi hanno rappresentato un tempo di Grazia e crediamo sia davvero arrivato il momento che le comunità si mettano in ascolto delle famiglie che vivono la disabilità e di come le stesse possono rappresentare una ricchezza per l’intera comunità parrocchiale. Penso alla pastorale familiare ma anche alla catechesi e ai percorsi di educazione alla fede sempre più pensati a misura di bambini in questo nostro tempo post-covid che ci vede fare scelte diverse dal recente passato.

Crediamo anche che per le parrocchie possiamo rappresentare un’opportunità di crescita e di vicinanza al Vangelo se solo sanno diventare – con pazienza – spazi dove noi possiamo concretizzare tutte le nostre potenzialità.

Dare loro insomma la possibilità di appartenere, di “abitare”, di vivere il luogo in cui si trovano con una presenza attiva fattibile, e non solo a nostro parere, con determinati presupposti quali la vera accoglienza da parte della Comunità e un’integrazione autentica possibile anche tramite l’ausilio di persone competenti e di tutti coloro che vogliano favorirla animati da autentici valori cristiani. Personalmente siamo alla ricerca di individui che possano esserci d’aiuto nella costruzione di processi, nel fare rete, che ci consentano di andare oltre, non solo per nostra figlia, per garantire a tutti un cammino di fede su misura di ciascuno e della propria condizione.

Qualcuno diceva: “Ogni persona con disabilità porta con sé una domanda di senso”.

Noi tutti abbiamo probabilmente il dovere di cercarle e di dare una risposta a quelle domande.

Grazie a chi vorrà farlo insieme a noi.

 

di Rita e Raffaele Barile – Ruvo di Puglia