Luce e Vita - Maturati&Laureati 2020

Custodi del presente, coltivatori del futuro #2

di Maria Chiara Aiello

Ancora una storia di maturità. Maria Chiara ci racconta i dubbi e le preoccupazioni di questo ultimo anno scolastico imprevisto e il supporto degli insegnanti, le fatiche da maturanda e la gratitudine finale.

Sono Maria Chiara Aiello, ho 18 anni (fra pochi giorni 19) e ho frequentato l’istituto superiore professionale “Mons. Antonio Bello”, una scuola che mi ha permesso di crescere non solo scolasticamente ma anche umanamente.

Nell’anno del Coronavirus sono state prese numerose decisioni nei vari ambiti della nostra vita quotidiana, alcune sono state misure drastiche. Anche nella scuola. I professori si affrettavano a calmare gli animi di tutti gli studenti, soprattutto di chi, come me, quest’anno affrontava la tanto temuta Maturità.

Quando è iniziata la didattica a distanza, molti sono stati i dubbi e le preoccupazioni che mi assalivano ma mi sono rimboccata le maniche e man mano che i giorni trascorrevano, tutti i miei timori passavano, soprattutto grazie ai miei professori che non hanno fatto mai mancare la loro presenza in questo periodo molto delicato. Più i giorni alla maturità si avvicinavano, più la paura cresceva, in quanto era poco chiaro come si sarebbe svolto l’esame.

Dopo poco è arrivata l’ufficialità, la sola prova orale! Non è stato il quinto anno che immaginavo: senza il pranzo dei 100 giorni, senza  il viaggio all’estero, senza sentire l’ultima campanella suonare, quella che mette i brividi, l’ansia di non sapere cosa scrivere alle prove scritte.
Quando sono entrata  a scuola il giorno della mia maturità, il 22 giugno, avevo il cuore a mille e le gambe che tremavano, stavo saltando per davvero il trampolino di lancio tra la vita adolescenziale e la vita adulta. Ho sostenuto il mio esame nella mia classe, quella che mi ha visto crescere, piangere, gioire. È stato strano non trovare i miei amici con le loro risate, le loro urla, ma solo un silenzio assodante. In quel momento avrei voluto avere tante persone, ma attraverso mille messaggi mi sono stati accanto in molti e in quel momento erano tutti lì con me.

Una volta concluso il mio esame avrei voluto abbracciare ad uno ad uno i miei professori, ma non è stato possibile e mi sono limitata a uno sguardo semplice carico di sincerità, soddisfazione e gratitudine. Appena uscita ho chiamato la  mia mamma, che quel giorno era più in ansia di me e che questi anni è stata al mio fianco, silenziosamente, supportandomi. Ho preso il massimo dei voti, ma al di la del voto in questi mesi difficili si riconosce chi è stato veramente maturo senza alibi o distrazioni.

Da ora inizia la vita vera e, anche se il futuro mi fa paura perché non so cosa potrebbe riservarmi, so quanto valgo e qualsiasi cosa accada la affronterò con determinazione e coraggio.

Un ringraziamento speciale va alla comunità dell’istituto “Mons. Antonio Bello”, che è stato il mio posto felice e sicuro per 5 lunghi anni.

Maria Chiara Aiello