Prendendo le distanze dalla enfasi data nei secoli lontani all’esasperata lotta contro satana, contro il male, è come se la Chiesa abbia voluto costruirsi un abito nuovo, differenziarsi dal passato, ma alla fine ha sottovalutato completamente il fenomeno dandogli modo di andare avanti».
Il lettore non si scandalizzi se, fra tanti argomenti di attualità, introduciamo una rubrica sull’esorcismo, una realtà che di per sé attira facili pre-giudizi, banalizzazioni,commenti strampalati. Lo facciamo in dialogo con don Liborio Massimo, esorcista diocesano da circa 20 anni che, come gli altri colleghi di ciascuna diocesi, ha un bel da fare (purtroppo) che passa sotto traccia rispetto agli altri ministeri e uffici pastorali.
Poche settimane fa, la notizia di un corso sull’esorcismo, apparso sulla piattaforma Sofia del Ministero dell’Istruzione, ha fatto scatenare l’inferno (è il caso di dire!) sui social, quasi fosse vietato aggiornarsi su un fenomeno che, piaccia o non piaccia, c’è. Ed è opportuno conoscerne i contorni partendo dai fatti più che dai pregiudizi. Per correttezza di informazione, il corso si farà dal 6 all’11 Maggio a cura del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum a Roma, frequentato come ogni
anno da centinaia di partecipanti anche da fuori Italia. «Fenomeno in aumento – dice ancora don Liborio – a causa dell’abbandono della fede e dei sacramenti; quando si tralascia il cammino cristiano si rischia di cadere poi in quelle che, credute come libertà, in realtà diventano forme di schiavitù in cui si manifesta oggi questa presenza del male». Superstizione, spiritismo, malefici, interrogazione dei defunti… esperienze molto diffuse fra i giovani che predispongono a forme di possesso demoniaco, più difficili da estirpare rispetto a forme di possesso più conclamate: «La sabbia è più pericolosa della pietra, perché si insinua e non te ne accorgi». Per cui l’esorcista è colui che deve fare luce; viene chiamato Ministero della Consolazione perché molti interventi consistono appunto nel mettersi a fianco e aiutare a ricostruire una buona amicizia con Dio». Attualmente segue sette casi (provenienti dalle quattro città) e riceve diverse telefonate di segnalazione da parte dei parroci.
«Quella di Satana è un’azione subdola, nascosta, infatti chi viene a chiedere esplicitamente un esorcismo non è credibile perché è difficile che satana venga ad autopresentarsi». Sembrano discorsi molto strani e ammetto che fa pure un certo effetto sentire l’esorcista riferire di scambi di parole con satana. «È con la preghiera che vai a demolire quell’azione negativa ed è molto importante tanto quella personale quanto quella dell’intera famiglia perché chi sta intorno deve sostenere il cammino di liberazione».
Qual è l’età più coinvolta? «Non c’è un’età particolare, però viene intaccata più quella giovanile e soprattutto la parte femminile attraverso la quale arrivare al maschile». «L’esorcista è colui che si avvale dell’autorità della Chiesa perché parla in nome della Chiesa, però tutti i battezzati, con le rinunce che fanno anche durante la messa, compiono un esorcismo». Ovviamente il primo compito
dell’esorcista è distinguere un problema di tipo psichiatrico o psicologico da una situazione di possesso, mediante alcuni criteri di discernimento per questo «sarebbe necessario operare in équipe».
Poi passa a raccontare alcune storie di esorcismi praticati come quello su una persona che, a fronte di una istruzione da quarta elementare, si ritrovava a parlare in lingua simil francese o di un’altra che era oggettivamente difficile da tenere ferma durante il rito. E proprio l’intensità e la serenità con cui don Liborio mi racconta – forte anche della sua preparazione e del continuo aggiornamento che gli esorcisti fanno a livello nazionale e, in Puglia, proprio nel Seminario Regionale – che mi convinco dell’utilità di presentare l’argomento in maniera più sistematica, così come facciamo a partire da questo numero: l’azione del male, la possessione, le cause e le manifestazioni, i criteri di discernimento, le teorie teologiche e il magistero, l’esorcismo e l’esorcista.
Con la buona volontà di conoscere e capire. Poi, eventualmente, giudicare.
di Luigi Sparapano