Essere o fare i catechisti?

di Massimo Storelli

Nella nostra diocesi, l’inaugurazione del nuovo anno catechistico avviene tradizionalmente la seconda domenica di ottobre con il mandato per l’annuncio della fede, conferito da ciascun parroco ai catechisti e agli educatori ACR.

La catechesi è un settore rilevante nella pastorale parrocchiale e assume sempre più importanza per la comunicazione del Vangelo in un mondo in continua evoluzione.

Nel recente discorso tenuto ai partecipanti al Congresso Internazionale sulla Catechesi, Papa Francesco ha ribadito che la catechesi è un pilastro per l’educazione della fede, e pertanto ci vogliono buoni catechisti che sappiano trasmettere la fede. Il Papa ha anche sottolineato che occorre ‘essere’ catechisti e non ‘fare’ i catechisti, perché altrimenti non si è fecondi nell’annuncio. ‘Essere catechista’ vuol dire rispondere ad una vocazione che coinvolge la vita di quanti si dedicano a questo prezioso servizio per la Chiesa e nella Chiesa; vuol dire non essere semplici trasmettitori di dottrina, ma testimoni credibili di ciò che insegnano. E tutto questo non è difficile se si è docili agli insegnamenti del divino Maestro. Per avere questa docilità è necessario curare la spiritualità nella propria vita affinché si irrobustisca la fede da trasmettere ai ragazzi. Il catechista ricco di una fede profonda riesce ad essere contagioso nell’annuncio.

È noto l’impegno non indifferente che comporta il servizio della catechesi. Tra i catechisti, infatti, ci sono persone sposate che devono far fronte ai giusti e sacrosanti obblighi familiari; così come ci sono i  giovani impegnati con gli studi o con il lavoro. A costoro va espresso il sentimento di gratitudine per la generosità che li porta, nonostante tutto, a dedicarsi non poco alla propria comunità parrocchiale.  Ma un servizio vissuto come vocazione, lo si sa portare avanti con gioia ed entusiasmo.

La formazione dei catechisti, oggi più che mai, costituisce un aspetto imprescindibile. Essa viene  lodevolmente curata da molti parroci, con degli incontri periodici programmati nelle loro rispettive comunità. Non mancheranno, tuttavia, gli appuntamenti di formazione a livello diocesano, che saranno anche un’occasione preziosa di incontro, di condivisione e di raffronto tra i catechisti della diocesi.

Ad ogni catechista e educatore ACR della nostra diocesi estendo l’augurio di una sempre più intensa conoscenza di Gesù Cristo. È infatti dal tipo di rapporto che si ha con Gesù che dipende la fruttuosità e l’efficacia dell’annuncio di fede che si dà. Ricordiamoci sempre che siamo chiamati tutti ad annunciare Cristo Signore e non noi stessi o le nostre idee, per quanto belle possano essere!

E non posso fare a meno di augurare un fecondo anno catechistico a tutti i nostri ragazzi, nella speranza che il loro cammino di fede non sia fatto solo in funzione dei sacramenti che dovranno ricevere.

Buon cammino e buon Anno Catechistico!