Missionaria, non solo la giornata

di Luigi Sparapano

É insistente l’appello di papa Francesco alla missione ad gentes, tanto nell’odierno messaggio per la Giornata missionaria mondiale, quanto in altri numerosi pronunciamenti del suo ancor breve ministero petrino: «Vorrei incoraggiare tutti a farsi portatori della buona notizia di Cristo e sono grato in modo particolare ai missionari e alle missionarie, ai presbiteri fidei donum, ai religiosi e alle religiose, ai fedeli laici – sempre più numerosi – che, accogliendo la chiamata del Signore, lasciano la propria patria per servire il Vangelo in terre e culture diverse».

Egli rimarca come anche le giovani Chiese non mancano di generare nuove energie sacerdotali, religiose e laiche per la rievangelizzazione delle chiese di antica cristianità. Tuttavia è da notare come non sia vivace lo slancio missionario verso le popolazioni ancora ignare del messaggio evangelico. Il rischio di autoreferenzialità delle nostre chiese occidentali pone in secondo piano quell’ansia evangelizzatrice che spinge a varcare i confini del continente. Certo, anche la nostra è terra di missione, ci ripetiamo spesso, e lo sarà sempre di più. Ma le risorse umane che abbiamo a disposizione sarebbero più che sufficienti se si assumesse con più radicalità lo spirito evangelico. Papa Francesco ci insegna che la qualità della testimonianza è molto più eloquente di mille strategie pastorali. Di tutti, preti, religiosi e laici.

Da un veloce incrocio di dati a disposizione, per esempio, risulta che se, nel mondo, per ogni sacerdote ci sono 13.277 abitanti in media (27.062 in Africa, 7.561 in America, 48.672 in Asia, 7.578 in Oceania, 3.752 in Europa), in Italia ce ne sono 1.260 (ma è appunto una media, con punte molto differenti!), 1.658 in Puglia e 1.379 nella nostra diocesi.

Sono numeri che dicono la nostra grande vivacità vocazionale, di cui essere grati al Signore e ai giovani che rispondono generosamente alla sua chiamata. Ma dicono anche della ricchezza di risorse che potrebbe essere condivisa nella comunione della chiesa universale, non solo e non tanto come scelta personale, ma come missione che la chiesa locale affida ad uno o più sacerdoti, religiosi o laici, proprio come doni della nostra fede. É indubitabile la ricchezza e la fecondità di ritorno che questi doni avrebbero anche per essa stessa. Allora occorre ravvivare e alimentare l’animazione missionaria, riprendere il dialogo con i nostri missionari, prevedere e rilanciare tale sensibilità nei cammini formativi, così come previsto dal nostro progetto pastorale.

Missionaria non è solo la giornata, ma la vita cristiana.