Il bello di essere una missione

di Luigi Caravella

“Alzati, va e non temere!”. 
Animati da questo grande incoraggiamento viviamo la 54a Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni che si celebrerà il 7 maggio e che ci vede, quest’anno, coinvolti più da vicino. La Conferenza Episcopale Italiana ha scelto la Puglia per una serie di proposte formative, incontri di preghiera e di festa da viversi con le realtà giovanili delle nostre chiese locali, perché siano sempre più sensibili all’apertura a quell’orizzonte vocazionale e missionario che la fede in Gesù Risorto porta dentro di sé. 
La riflessione, che Papa Francesco ci offre nel suo messaggio, vuole soffermarsi sulla dimensione missionaria della chiamata cristiana. Scrive il Santo Padre: «Chi si è lasciato attrarre dalla voce di Dio o si è messo alla sequela di Gesù scopre ben presto, dentro di sé, l’insopprimibile desiderio di portare la Buona Notizia ai fratelli, attraverso l’evangelizzazione e il servizio nella carità. Tutti i cristiani sono costituiti missionari del Vangelo!». 
Le parole del Papa vogliono provocarci nel ricordare che non siamo venuti nel mondo per starcene comodamente addormentati: la vita è un dono prezioso e non possiamo permetterci di sprecarla. Ci invita a scendere in campo, ad essere protagonisti e coraggiosi nel perseguire quel progetto d’amore che Dio sogna per ogni uomo. Il coraggio non scaturisce dalla propria forza di volontà, ma nasce dall’incontro con il Signore Risorto. Accogliere la vocazione significa vivere in sinergia con il Signore, come ricorda madre Teresa di Calcutta: «Insieme possiamo fare qualcosa di bello per Dio. Lasciamo che sia Lui a programmare il nostro futuro, abbiamo soltanto oggi per farlo conoscere, per amarlo e servirlo».
L’invito di Gesù “Alzati, va e non temere!” fa scaturire in noi il desiderio di contagiare la gioia dell’incontro personale con Cristo con un dinamismo che porta a raggiungere gli altri, più o meno vicini, più o meno conosciuti, più o meno disponibili. Per un cristiano questo dinamismo non è un optional, ma rappresenta il significato vero del proprio essere al mondo, perché come ricorda il Papa «Io sono una missione su questa terra, e per questo mondo» (EG 273).
Questa Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni vuole richiamare in tutti i cristiani, presbiteri, religiosi e religiose, giovani in discernimento vocazionale, fedeli laici, la vocazione alla missione, cioè a raccontare la gioia dell’amicizia con Cristo che si costruisce giorno per giorno. A partire da questa si può assaporare la responsabilità di fare scelte libere, per esprimere la propria vocazione come un modo per accogliere ed esprimere l’amore che ci abita. 
I grandi santi hanno fatto proprio questo: hanno trasmesso al mondo la luce dell’incontro con il Risorto, hanno parlato di un Dio che rende felice la vita di chi gli apre la porta del cuore, hanno portato frutto tra le tante difficoltà e prove che hanno dovuto affrontare.
Scrive il Servo di Dio don Tonino Bello: «Contagiate i più lontani con la trasparenza delle vostre scelte intonate alla logica del Vangelo! Siamo stati mandati per annunciare la salvezza. Siamo cristiani dell’esodo, un popolo in cammino per le strade del mondo». Lasciamoci contagiare e contagiamo con l’amore di Cristo, che ci dona il coraggio di poterlo scegliere e ci fa sperimentare la bellezza di «essere una missione».