‘L’esperienza del governo Monti è conclusa’, è deciso l’ennesimo ritorno di Silvio Berlusconi nella competizione politica.
Politica, parola densa ma inflazionata, almeno in quest’ultimo tempo. Personalmente quando sento pronunciare ‘politica’ associo sempre il termine alla sua origine classica di politèia: l’arte che si occupa (o dovrebbe occuparsi) della polis: la dimensione che più ci rende uomini perché ha al centro il bene comune, di tutti e di ciascuno.
Forse si attendeva l’esito delle primarie del Pd per decidere ancora una volta, come in un déjà vu, la leadership di Silvio Berlusconi che esattamente un anno fa aveva, con responsabilità, fatto un passo indietro per l’azione fallimentare del suo governo. Nel frattempo il segretario del Pdl ha ripensato le sue posizioni all’interno del suo stesso partito, sottomettendosi alla volontà ‘del re sole’, così come Monti, con la sua fredda ironia, ha definito il Cavaliere.
Chissà come ci vedono i nostri partners europei dopo queste ultime tattiche di palazzo, per non parlare di che fine farà la riacquistata considerazione che il governo tecnico di Mario Monti ha ridato alla nostra nazione in materia di politica internazionale.
Una decisione questa che certamente peserà sugli italiani che, come ha scritto Avvenire nella vigilia della festa dell’Immacolata, ‘hanno fatto sacrifici a iosa in questo anno di severa e sobria ‘cura Monti’, sopportandone le conseguenze e vedendone (forse, aggiungiamo noi) i primi frutti’.
La confusione del nostro scenario politico spero almeno ci interroghi con serietà su quanto abbiamo cercato di coscientizzare: c’è bisogno di politici che in una fase precaria come la nostra, sappiano restare fedeli alle esigenze di questo nostro tempo, alle esigenze degli ideali e dei valori perenni e alle sfide sempre nuove che in questo momento storico la crisi ci impone. Quei valori perenni che hanno a cuore il bene del paese e non sono dettati dai particolarismi partitici, che già nel termine dicono solo una parte, spesso ingigantita da sfide personali, rispetto al tutto.
C’è bisogno di uomini politici che ci (ri)dicano la passione per il paese con uno stile di vita coerente e lineare, più umile, che sanno prendere posizioni senza obbedire a logiche burattinaie e si dimostrino come capaci di stare dalla parte dell’uomo, soprattutto degli uomini comuni che non fanno notizia, ma che sono quelli attraverso cui si costruisce la matura e solida coscienza etico-politica di un popolo. Quella coscienza che stiamo facendo fatica a ricomporre. C’è bisogno di uomini politici che non siano maggiordomi dei potenti di turno, ma che sappiano incarnare la funzione di governo così come già Platone definiva la politica; per questo il filosofo vedeva la prudenza come la virtù specifica di coloro che sono stati posti a capo della città.
Forse la scelta destabilizzante del partito di Alfano più che affrettare la fine di questa legislatura, ‘chiudendo l’esperienza di Monti’, dovrebbe affrettare le nostre coscienze a lasciarsi interrogare sul bisogno di una buona politica che si misura con una duplice vocazione (che è anche inevitabilmente una duplice tensione): che idea di politica vogliamo suggerire come cattolici e quale prospettiva vorremmo offrire alla politica stessa? Della serie: dimmi che idea di politica hai, e ti dirò che politico sei. Il cardinale Angelo Bagnasco sul Corriere della Sera di lunedì scorso, afferma che: ‘Il fermento nelle file del laicato cattolico per un impegno a favore di una buona politica ha registrato in questi ultimi mesi una significativa accelerazione. D’altra parte pensare alla transizione del nostro Paese a prescindere dalle sue radici cristiane appare un’operazione antistorica, puntualmente contraddetta dall’esperienza di tanti che sperimentano la prossimità dei servizi sociali della Chiesa, sparsi capillarmente ovunque’.
Non si tratta di fare retorica, semplicemente vorremmo che con un briciolo di prudenza in più i politici ritornassero a sentire il bisogno di risposte credibili e coraggiose per l’oggi, guardando al futuro. C’è bisogno di credibilità, per questo c’è bisogno di prudenza.