La risorsa educativa degli Oratori estivi

di Susanna Maria De Candia

Quando comincia la scuola, c’è chi parte già col conto alla rovescia per depennare i giorni di studio, ma quando si conclude, più di uno studente onora l’ultimo giorno scolastico della sua presenza, in un’atmosfera relazionale molto più pacifica e confidenziale e, quando suona l’ultima campanella, un po’ di nostalgia per quelle pareti, quei banchi, quei compagni che hanno caratterizzato nove mesi di scuola, sale lentamente.
Il primo giorno di vacanza è esaltante ed euforico: sveglia non impostata, chiamate agli amici per il primo bagno o passeggiata in bicicletta, gavettoni, pranzo veloce e poi via, di nuovo fuori casa dalle prime ore del pomeriggio. E questo programma non definito, ispirato a quel brivido di libertà e ritmi irregolari tipici dell’estate, va avanti per giorni, finché l’eccitazione non si sbiadisce nella ripetitività.
Un’opportunità di divertimento e crescita è offerta dalle parrocchie che, durante la stagione estiva, dispiegano forze ed energie, oltre che idee e proposte, per farsi punto di riferimento per bambini, ragazzi e adolescenti. Le attività oratoriali, un’alternativa più formativa di una ludoteca, diventano ogni anno occasione per sperimentarsi, mettersi alla prova e scoprire nuove attitudini in se stessi.
Avevo 15 anni quando ho cominciato a fare animazione in parrocchia durante l’estate.
I giovanissimi che seguo hanno adesso la stessa età (anche un po’ meno) e hanno scelto di imbattersi in quest’avventura. L’animazione estiva nelle parrocchie è un momento in cui si scopre che nel donare gratuitamente il proprio tempo, il proprio entusiasmo, il proprio sorriso rende più significativa la giornata, la colora, le dà quel senso che spesso cerchiamo e crediamo di trovare in imprese esaltanti che si traducono in ribellione ai propri genitori, frequentazione di amici superficiali, bevute eccessive e uso di droghe (“così, giusto per provare”).
Ma la droga più sana è proprio l’amore, quello che nasce spontaneo e che, tuttavia, richiede cure e attenzioni costanti per crescere bene e un assaggio di questa sostanza invisibile e stupefacente, dagli effetti collaterali diversi a seconda della dose che ognuno è in grado di dare (più che ricevere), è fornito proprio dall’esperienza delle relazioni che maturano in questi contesti.
A chi crede che le parrocchie siano ambienti per “sfigati”, porgerei i sorrisi e la gioia che prorompe da chi, con determinazione ed entusiasmo, vive quest’avventura estiva, che spesso è solo il punto di partenza per un percorso che si snoda in molte tappe, anche quando il caldo lascia il posto al vento freddo, alla pioggia, alla neve.
La proposta oratoriale che l’estate offre a tutti i ragazzi che, finita la scuola, cercano suggerimenti per evitare la monotonia, si trasforma in palestra di vita in cui sollevare umori, lanciare stimoli, correre verso l’autenticità e saltare le forme di egoismo e egocentrismo; gli unici integratori ammessi sono la condivisione e l’apertura verso l’altro.
Sembrerebbero esserci solo aspetti positivi. Per onestà, dirò che le incomprensioni fioriscono comunque, che le invidie contaminano l’aria, che la stanchezza si avverte, che la voce si perde, che può capitare di avere il gruppo più indisciplinato, che l’animatore della squadra avversaria non sia corretto in tutte le situazioni, che il conduttore del gioco abbia le sue preferenze, che le mamme si lamentano perché il proprio figlio si è sbucciato il ginocchio e’ devo continuare? Gesù disse: “vieni e seguimi”‘ quindi, provate per raccontare la vostra! Crescere significa saper affrontare le difficoltà senza scappare, senza mollare quando i tratti del percorso si fanno più irti, ma persistere, continuare, perché così il traguardo finale ha un sapore migliore.