Patire di gioco

di Luigi Sparapano

Come un copione che si replica inesorabilmente, la scena di donne e uomini, occupati e soprattutto inoccupati, anziani e giovani, con larghe disponibilità finanziarie, ma ancor più quelli con gli ultimi spiccioli in tasca, li ritrovi in tabaccheria o al bar, con fare circospetto o spavaldo, a tentare la fortuna, grattando qua e là. Oppure a scambiare banconote con monete, per ripetere quel gesto trepidante di inserirle nelle slot e schiacciare tante volte il fatidico pulsante con la speranza di vedere allineati i simboli di una vincita tentata, sperata, quasi raggiunta e poi svanita.

La dipendenza da gioco, e da gioco d’azzardo anche legale, si estende con ritmi preoccupanti, accelerati dalle possibilità di gioco on line, andando a replicare quel copione che ha bruciato circa 80 miliardi di euro sottratti ai risparmi delle famiglie italiane. Tra i dati diffusi in questi giorni balza agli occhi quello di 1.260 euro procapite, neonati inclusi, come spesa media annua bruciata in slot machine, videopoker, lotto e gratta & vinci, oltre cinque volte il dato del 2000; circa il 47% sono indigenti, il 66% disoccupati e 800mila in Italia, coloro che hanno superato la soglia della capacità di controllarsi.

L’allarme lanciato dalla Fondazione Antiusura ha raggiunto l’obiettivo di una presa di coscienza da parte del Governo che in questi giorni sta varando provvedimenti a riguardo. La responsabilità governativa rispetto a questo fenomeno è analoga a quella per il fumo; tanto più che proprio con i proventi del gioco si intende coprire una parte dei fondi necessari al decreto semplificazioni. E non c’è da illudersi che possano bastare le proibizioni delle pubblicità ingannevoli e delittuose o gli inviti a giocare con moderazione, o gli spot che partiranno a breve, come non è bastato il pericolo di morte declamato sui pacchetti di sigarette ad arrestarne il fenomeno.

Troppe le persone contagiate, tante quelle ludopatiche, con una enorme attività terapeutica a carico dei SerT e degli specialisti; ma forti anche gli interessi da parte di usurai e organizzazioni criminali, come attestato dalle denunce di Libera.

Un fenomeno complesso, emblematico di questo nostro tempo.

Ancora una volta urge una grande e nuova opera educativa che aiuti grandi e piccoli ad assumere una adeguata consapevolezza del denaro e del suo uso, della necessità di ispirare i propri stili di vita a criteri di sobrietà e di responsabilità.

Serve l’attenzione da avere in famiglia, un attento controllo reciproco di ciascun membro, perchè non è difficile accorgersi se un gioco sta diventando una malattia e un dispendio di denaro prezioso.

Serve che se ne parli a scuola, a tutti i livelli, perché la dilagante frequenza di sale da gioco e scommesse distoglie e disturba lo sviluppo di sane personalità che guardino alla vita con realismo e che sappiano assumere la cifra del necessario sacrificio per realizzarsi in essa. Proprio i più giovani e i meno abbienti sono i più esposti a facili evasioni e illusioni, per questo vanno accompagnati da chi ha responsabilità educative.

Serve che se ne parli in chiesa, dall’altare e nei gruppi, perchè il pericolo è grande e il dovere di correggersi fraternamente oggi riguarda anche questi aspetti che prima ancora che finanziari sono culturali.

Occorre, dunque, ‘operare insieme ‘ come ha affermato recentemente Mons. Angiuli vescovo di Ugento-S.Maria di Leuca ‘ le Istituzioni, la Chiesa, il volontariato, per fronteggiare la drammatica crisi economica e la questione culturale ed educativa di questi anni e insieme dare testimonianza di uno stile di vita improntato alla cultura della legalità, alla sobrietà ed alla capacità di rinunciare’.