Luce e Vita

Premio letterario “don Tonino Bello”: 114 partecipanti, 195 poesie, 38 articoli giornalistici

Premiazione il 14 maggio 2021

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premio«Secondo me il poeta non è uno che merita di essere ammirato perché crea. È uno che merita di essere ringraziato perché libera». Diceva così il Servo di Dio Antonio Bello, da tutti conosciuto come don Tonino, vescovo della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi dal 1982 al 1993. Proprio lui, con il suo stile poetico e i suoi scritti nati da molteplici incontri, ha saputo dare uno slancio davvero liberante alla parola, soprattutto a quella in forma scritta. È diventato così, in ambito poetico, modello di quella poesia che esprime la tensione dell’individuo verso l’Assoluto, attingendo nel suo stile alle vette del “sublime inferiore”. In ambito giornalistico, invece, ha mostrato con i suoi articoli come poter leggere i fenomeni “mettendosi in corpo l’occhio del povero”, consumando le suole delle scarpe, frequentando le periferie esistenziali su cui oggi richiama tanto l’attenzione anche papa Francesco.

Questa eredità di stili e di parole, ma soprattutto di contenuti e di visioni, lasciata dal Servo di Dio, ha portato la diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, attraverso l’impegno del settimanale diocesano Luce e Vita – che edita l’opera omnia degli scritti di don Bello – e dell’associazione Stola e grembiule – istituita da circa tre anni per promuovere in diocesi le opere sociali e culturali del presule – , a indire da quest’anno il premio letterario “Don Tonino Bello” con due sezioni distinte: la poesia metafisico-civile e il giornalismo di prossimità.

Il premio ha inteso incoraggiare una scrittura alta e altra, una narrazione profonda della realtà, anche in contrapposizione all’uso tante volte distorto della parola che dilaga sui moderni canali di comunicazione.

Le iscrizioni della prima edizione si sono chiuse il 31 gennaio 2021. 114 i partecipanti di cui il 51% donne e il 49% uomini, con una leggera prevalenza delle donne (55%) nella sezione giornalistica e degli uomini (51%) in quella poetica.

76 i poeti che hanno presentato un totale di 195 componimenti (ne erano richiesti massimo tre pro capite) e 38 i giornalisti che hanno partecipato con un articolo a testa. Sono provenienti da numerose regioni italiane (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto-Adige, Veneto). Trattandosi di una prima edizione, circa il 60% degli iscritti al premio risulta essere residente nelle sei province pugliesi, in quanto più vicine alla diocesi promotrice, mentre il restante 40% risiede in altre regioni. Con il diffondersi dell’iniziativa, si auspica che le provenienze geografiche possano essere sempre più variegate. Il risultato è comunque notevole, come lo è anche la significativa rappresentanza di giovani nella variegata età anagrafica dei partecipanti. Infatti, se il più grande dei poeti ha 87 anni e dei giornalisti 67, per entrambe le sezioni i più giovani, anzi, le più giovani hanno appena 20 anni. Sicuramente, un’occasione di dialogo intergenerazionale. Tuttavia, la media di età si attesta sui 42 anni per i giornalisti partecipanti, e per i poeti sale a 51. L’optimum sarebbe riuscire a coinvolgere un maggior numero di giovani, soprattutto per incoraggiarli alla scrittura e alla pubblicazione.

Tutti gli scritti pervenuti sono stati valutati tra marzo e aprile da una giuria di esperti – giornalisti, critici letterari, italianisti e altre figure di spicco del panorama nazionale letterario, editoriale, giornalistico ed ecclesiale -. Dopo questa fase, si giungerà alla premiazione il prossimo 14 maggio. L’evento è parte del programma del 16° Festival della Comunicazione, dato che l’organizzazione dell’edizione 2021 è proprio a cura delle diocesi di Molfetta e di Rieti.

Roberta Carlucci