Silenzio e parola, cammino di evangelizzazione

di Mons. Luigi Martella

L’iniziativa di Paolo VI di istituire la Giornata mondiale delle comunicazione sociali, già nel 1966, a ridosso della chiusura del Concilio Vaticano II, si è rivelata una grande intuizione. Egli sicuramente aveva intravisto gli sviluppi e le enormi possibilità di impiego degli strumenti di comunicazione di massa insieme alle loro ambiguità. A partire dunque da papa Montini, e poi con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ogni anno, nella domenica in cui la Chiesa celebra la solennità dell’Ascensione del Signore, puntualmente ci viene consegnato un messaggio su questo argomento. Siamo giunti così alla 46° Giornata e il messaggio di quest’anno è di forte intensità spirituale dedicato alla Parola e al silenzio. Il titolo infatti mentre attrae e incuriosisce, fa intravedere l’importanza e l’efficacia di questi due momenti della comunicazione e della trasmissione della fede: Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione.

Il messaggio vuole essere un invito a riflettere su un aspetto di fondo dell’esistenza: sono parole rivolte a tutti, ai credenti certamente, ma anche a chi non crede, a tutti coloro a cui sta a cuore la comunicazione. Il Papa lo fa ‘per evangelizzare’, ma lo fa anche per offrire un contributo costruttivo di riflessione, destinato principalmente a tutti coloro che si occupano di comunicazione, affinché il loro comunicare sia volto alla ricerca della verità. I contenuti della fede, come la ricerca della verità, hanno bisogno di una strada, di una porta che si apra su di essi, e sono appunto la Parola e il Silenzio.

Oggi, purtroppo, la parola domina a scapito del silenzio, ma in questo modo il rischio è che la parola non comunichi. Non è facile dare spazio all’ascolto e si rischia di fare molto rumore. Qualcuno di recente ha scritto: ‘Il grande assente oggi è il silenzio’, e non si può dargli torto!

Parola e silenzio, ‘due momenti della comunicazione che devono equilibrarsi, succedersi e integrarsi per ottenere un autentico dialogo e una profonda vicinanza tra le persone’. ‘Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto’. ‘Il silenzio è il grembo dentro cui nasce la parola’. Sono passaggi del messaggio del Pontefice ai quali non si può negare l’assenso del cuore e della mente.

è abbastanza diffusa l’idea che esista una irrisolta tensione tra silenzio e parola, invece no, ci vuole l’uno e l’altra, non l’uno senza l’altra.

Per il credente, il silenzio è una dimensione di cui non può fare a meno. Nel silenzio Dio crea, nel silenzio Dio si rivela, nel silenzio Dio parla. Circola ancora un libro, scritto non molto tempo fa, il cui titolo è il seguente: Dio è silenzio! Ricordiamo in particolare il silenzio della creazione, e il silenzio della ri-creazione (il sabato santo). La Bibbia insegna che c’è tempo per parlare e tempo per tacere (Qoelet). Non si tratta di chiudersi nel silenzio, ma di maturare nel silenzio la verità della parola. Da questo silenzio nell’ascolto, le nostre parole potranno uscire purificate, vere e libere.