Ufficio missionario

Tessitori di Fraternità

Editoriale del n.33 del 18 ottobre 2020

Prima pagina
Prima pagina

Prima pagina

“Eccomi, manda me” (Is 6,8): sono le parole del Profeta Isaia con cui risponde alla chiamata di Dio che chiede “Chi manderò?”. A questo passo del Nuovo Testamento si ispira Papa Francesco per elaborare il messaggio in vista della Giornata Mondiale Missionaria, che quest’anno viene celebrata il 18 ottobre, ponendosi in continuità con il tema che ha fatto da sfondo al mese missionario straordinario vissuto l’anno scorso: “Battezzati e inviati”. L’identità battesimale, quindi, spinge ogni credente a rispondere con le parole di Isaia alla chiamata missionaria insita nel cuore di ogni cristiano.
La Chiesa coglie in questo momento storico una urgenza che è quella della fraternità. Il periodo infelice dell’emergenza sanitaria che ha coinvolto l’intera umanità, da un lato ha sfilacciato i legami per la lontananza geografica obbligatoria di tanti affetti, dall’altro ci ha fatto interiorizzare la consapevolezza che l’altro per noi è prezioso ed è decisivo per il bene integrale della persona. Ecco allora l’importanza di essere “Tessitori di fraternità” (tema che fa da guida al mese che stiamo vivendo), ovvero il servizio che ogni credente ha da compiere verso l’umano che gli è accanto.
Abbiamo colto, nel periodo infelice d’emergenza e di fermo totale, anche degli avvenimenti tanto inaspettati quanto sorprendenti: la sospensione momentanea di alcuni conflitti. Tra tanta violenza nel mondo arriva un segno di speranza dal sud della Thailandia in cui da quindici anni si combatte un sanguinoso conflitto che ha visto una tregua di alcuni giorni. Non c’è solo questo caso (forse è quello più rilevante) perchè nel complesso l’Onu ha contato dodici Paesi in cui almeno uno degli attori in guerra ha deciso una tregua. Cogliamo questi segni dei tempi attraverso i quali il divino continua a parlare all’umanità esigendo la fraternità.
Il gruppo di persone che forma l’èquipe del Centro Missionario della nostra diocesi ha accolto come provocazione il valore della fraternità. Senza tanti giri di parole dico che riconosco in loro un enorme entusiasmo per il servizio che offrono; persone impegnate nel lavoro, nelle loro rispettive famiglie, nelle proprie parrocchie e che credono profondamente nell’essere fratelli e sorelle nel battesimo. Certo, le iniziative che programmiamo sono diverse, ma ciò che si organizza e si manifesta all’esterno lo si vive all’interno del nostro gruppo. Una esperienza forte e allo stesso tempo emblematica è la preghiera interreligiosa vissuta al termine dell’adorazione eucaristica in apertura al mese missionario di quest’anno, in cui abbiamo incontrato le comunità buddhiste e musulmane che si trovano nel territorio della nostra diocesi per pregare insieme e conoscerci, seppur nella diversità, ma sicuramente nell’unità che è data dalla fraternità.
Orgoglioso di avere al mio fianco persone che portano con sè desideri, aspettative, progetti e tanta passione nell’annunciare a vicini e lontani il Vangelo di Cristo.Tornano, a conclusione, le parole di Isaia “Eccomi, manda me”: è la risposta di questi adulti che risuona tra gli spazi della nostra Chiesa diocesana.

don Vincenzo Sparapano,
direttore Ufficio missionario diocesano