Turista, pellegrino, viator

di Franco Sancilio

La celebrazione della Giornata Mondiale del Turismo è messa al termine della stagione estiva perché vuole essere occasione di ringraziamento al Signore per gli itinerari turistici che tanti hanno vissuto e nei quali hanno avuto modo di apprezzare le bellezze della natura, la cultura e il contatto con realtà nuove e la fede espressa in tanti santuari e basiliche sparse in tutto il mondo.

“Turismo e biodiversità” è il tema della giornata 2010. Da tanti anni la Chiesa prima con messaggi specifici del Servo di Dio Giovanni Paolo II e oggi di Benedetto XVI attraverso il Pontificio Consiglio per la pastorale dei Migranti offre un contributo di riflessione sul tema proposto e che quest’anno, in sintonia con la proclamazione del 2010 quale Anno internazionale della biodiverstà, invita il mondo del turismo a riflettere sulle responsabilità nei confronti del creato, della natura e della sua salvaguardia. Tale impegno parte dall’attenzione al proprio ambiente, alla propria città da presentare al turista che ci raggiunge. Città da curare con la pulizia, con il rispetto delle iniziative ecologiche (ordine e pulizia dei cassonetti, rispetto degli orari di consegna dei sacchetti di rifiuti, della raccolta differenziata ecc..). Ma non deve fermarsi qui il nostro impegno. Siamo chiamati a sostenere la salvaguardia e la sopravvivenza dei boschi (quanti incendi dolosi nei nostri boschi specie nei mesi estivi, tempo di turismo), del mare (spesso anche il nostro mare diventa ricettacolo di rifiuti).

Così come lo chiediamo agli altri, anche noi dobbiamo essere attenti per primi, quando siamo in giro per il mondo, alla difesa dell’ambiente, alla valorizzazione del territorio e alla promozione dell’attività fisica con la partecipazione di molte organizzazioni sportive e ambientaliste che tendono a far conoscere e ammirare l’ambiente in cui siamo chiamati a vivere. Il turismo di accoglienza è chiamato a veicolare il valore della bellezza delle nostre chiese, dei nostri monumenti, delle nostre contrade. Quando si parla di bellezza non riguarda solo la qualità estetica dell’architettura e del paesaggio, ma siamo anche chiamati a vivere le emozioni offerte dall’ambiente che circonda il turista.

Il turismo ha bisogno di una conversione ecologica. Il turista, e ancor di più il cristiano turista, non può inimicarsi la natura se vuole godere di quella che cerca muovendosi, viaggiando, camminando, scoprendo, visitando. E non possiamo dimenticare la prima pagina della Bibbia che ci ricorda che Dio ha affidato all’uomo il creato perché lo custodisse e lo amasse.