Un forte senso di corresponsabilità

di Francesco de Lucia

É trascorso un quinquennio dalla pubblicazione del Progetto Diocesano di Pastorale Giovanile “Con Cristo sui sentieri della Speranza”; progetto che ha indicato i ritmi e le scelte pastorali all’intera comunità ecclesiale, ma con attenzioni e impegni particolari soprattutto sul versante giovanile.

Giunti ad un nuovo anno pastorale, si sente il bisogno anzitutto di una puntuale e seria verifica del cammino svolto, per rendersi conto insieme degli snodi problematici, ma anche per individuare quei segni di speranza su cui investire nel prossimo futuro.

Si potrebbe fare una verifica in parrocchie, associazioni e gruppi, confrontandosi su quelle precise finalità che il progetto stesso ci ha consegnato all’inizio di questo cammino:

‘ orientare e guidare le comunità parrocchiali e le aggregazioni ecclesiali nell’impegno di evangelizzazione;

‘ promuovere un’azione ecclesiale unitaria e condivisa, a partire dai giovani e con i giovani;

‘ favorire la crescita e la comunione nella chiesa di Dio che è in Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi;

‘ rendere più incisiva l’azione evangelizzatrice nel nostro territorio.

Vescovo, preti e laici, insieme per verificare, pensare e fare, con verità e speranza. In particolare, questo è il tempo in cui, alla vigilia del convegno delle Chiese di Puglia a loro dedicato, i laici sono chiamati ad un forte senso di corresponsabilità; i preti ad avere più fiducia nei laici, chiamandoli a pensare insieme e non solo a collaborare. Insomma, tutti si devono convertire alla corresponsabilità, che è qualcosa in più della collaborazione (Cfr. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n° 12).

Un progetto pastorale viene consegnato alla Chiesa perché essa risponda sempre meglio, nel segmento storico che sta vivendo, alla sua natura e finalità: comunità di credenti in Gesù Cristo inviata ad evangelizzare. Dunque, con un progetto pastorale ci vengono aperte prospettive ad ampio respiro. Se poi si tratta della vita dei giovani, allora non si può fare a meno di larghe vedute pastorali. Certo, è confortante avere in parrocchia gruppi giovanili che si impegnano con generosità e riscaldano il cuore della comunità; ma c’è tutto un mondo giovanile che non passa dalle parrocchie e che, comunque, attende la testimonianza cristiana: l’abbiamo sperimentato, ad esempio nelle scuole e in piccoli circoli culturali di aggregazione, coinvolgendo i giovani a partire da temi sensibili, quali la cittadinanza attiva, la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato; sono capaci di ascolto e non sono ostili alla verità di Cristo. E se la comunità cristiana fosse più credibile nella sua testimonianza? E se gli adulti, preti compresi, fossero più vicini ad ascoltarli, a vivere con loro, prima di parlare a loro?

Uno stile di vita frenetico e incalzante, che obbliga gli adulti a ritmi incalzanti anche nelle comunità ecclesiali, che rende le relazioni educative brevi e superficiali, non aiuta i giovani; essi spesso si sentono perciò abbandonati e smarriti. Un segno di speranza in tal senso lo possiamo scorgere nel fatto che i giovani oggi cercano esperienze di amore, di amicizia, di fraternità, non episodiche, ma durevoli. La nostra pastorale deve trovare stili rinnovati, in una diversa valutazione anche dei tempi che la scandiscono, proprio per andare incontro ai giovani, nella ferialità, in occasioni in cui ognuno può trovare spazi di relazioni distesi e prolungati, dove ogni persona può esprimere se stessa in modo semplice e vero, disposti a farsi carico anche della parte debole della comunità e del mondo nel servizio della carità, e fino a toccare le corde del cuore e accogliere in questo clima fraterno, nella propria interiorità, la Parola di Cristo e poter scoprire la propria vocazione. Se tutto ciò farà bene ai giovani, farà bene a tutti, nella chiesa e nella società.

Contenuti e orientamenti ci sono forniti abbondantemente nel progetto e nelle lettere pastorali di questi ultimi anni; è necessario, tuttavia, rinverdire le motivazioni. Il che vuol dire fare appello alla spiritualità personale e comunitaria, sostenuta dalla Parola, e rinforzare il cammino della santità.

La strada è aperta; il cammino è appena cominciato: giovani e adulti fianco a fianco, dunque, per costruire la vita insieme a Cristo.