Una chiamata incessante

di Mons. Luigi Martella

La terza domenica di gennaio è stata scelta, da qualche anno, come Giornata diocesana del Seminario. Liturgicamente corrisponde alla seconda domenica del tempo ordinario. Neanche a farlo apposta, nella seconda lettura della messa, tratta dalla 1Corinzi, troviamo l’affermazione di Paolo, il quale è stato «chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo» (1,1). Già nella prima lettura, Isaia, in prospettiva profetica, individua la radice della missione di colui che porterà la salvezza: «Il Signore mi ha plasmato suo servo dal seno materno» (49,5). Mentre, Giovanni Battista, protagonista del brano evangelico, indicando «l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29), fa capire che egli non è che la ‘voce’ della ‘Parola’ a cui è chiamato a preparare la via.

Risulta evidente che temi non secondari di questa domenica sono la chiamata e la testimonianza. C’è bisogno di ‘chiamati’ anche oggi, chiamati ad essere come Giovanni, ‘Precursori’, «voce» di «Colui che toglie il peccato del mondo», di Colui che è la Parola, in mezzo a tante parole. C’è bisogno! ‘Gli uomini avranno sempre bisogno di Dio [‘] Il mondo ha bisogno di sacerdoti, di pastori, oggi, domani e sempre, fino a quando esisterà’, ci ricordava Benedetto XVI nella sua Lettera ai seminaristi, ma insieme ‘Dio ha bisogno di uomini che esistono per Lui e che Lo portano agli altri’.

E oggi, il Seminario si rivolge a tutta la diocesi per chiedere un grande aiuto. Innanzitutto la preghiera. Affidare al Signore il cammino dei giovani seminaristi e dei loro educatori, significa fare una professione di fede: credere cioè che è il Signore a chiamare; è il Signore ad educare e formare il cuore di coloro che ha scelto per il ministero sacerdotale, mediante gli educatori; ed è ancora il Signore a inviare i suoi messaggeri di cui la Chiesa, sia quella particolare sia quella universale, ha bisogno.

Il Seminario chiede, inoltre, l’incoraggiamento della testimonianza per le scelte ardue. Più che mai, oggi, la missione del sacerdote diventa delicata. Non è difficile immaginarlo. Non per questo il Signore cessa di chiamare. Ma è necessario ricordare che anche per le vocazioni al ministero sacerdotale vale la legge dell’incarnazione: Dio chiama attraverso segni e mediazioni storiche, che sono, concretamente, la testimonianza di vita delle singole persone e dell’intera comunità. Particolarmente preziosa è la testimonianza dei preti. Bisogna far tesoro di quanto raccomandava Giovanni Paolo II: «La testimonianza di un sacerdozio vissuto bene nobilita la Chiesa, suscita ammirazione nei fedeli, è fonte di benedizione per la comunità, è la migliore promozione vocazionale».

Infine, il Seminario chiede sostegno economico. La gioia nel dare può diventare ancora più grande se l’obiettivo è quello di aiutare i futuri ministri di Dio. Essi saranno, infatti, al servizio del popolo, a tempo pieno.

La nostra speranza, dunque, confida nella divina Provvidenza e nei suoi ‘strumenti’ che sono i cuori sensibili e le mani aperte di tutti noi!