Una porta sempre aperta

di Vito Bufi

Ero già pronto per scrivere l’articolo. Avevo riferito al direttore di Luce e Vita che stavo pensando di dedicare la mia riflessione sull’Anno Santo ormai prossimo all’apertura, usando la bellissima simbologia della porta, quella della misericordia di Dio, sempre aperta. Anche il fotografo era stato incaricato di riprendere la porta della Cattedrale di Molfetta, scelta come chiesa giubilare della nostra Diocesi, spalancata.
Inaspettatamente, sono giunte ad aiutarmi, affascinanti e coinvolgenti come sempre, le parole di Papa Francesco che, mercoledì 18 novembre, ha offerto ai fedeli, presenti in Piazza San Pietro a Roma per l’udienza generale, una stupenda riflessione sul simbolo della porta.
La novità di questo Giubileo Straordinario che il Papa aprirà l’8 dicembre sta nel fatto che ogni Diocesi avrà la sua Porta Santa, immagine fisica della «grande porta della Misericordia di Dio che accoglie il nostro pentimento offrendo la grazia del suo perdono».
Nel Libro dell’Apocalisse, viene presentata la simbologia della porta. Il Signore dice: «Io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20). 
Dio è discreto, non si impone mai, chiede sempre il permesso di entrare nella nostra vita, bussando alla porta del nostro cuore, per offrirci la sua misericordia. É sempre Papa Francesco a ricordarci che «la porta è generosamente aperta, ci vuole un po’ di coraggio da parte nostra per varcare la soglia. Ognuno di noi ha dentro di sé cose che pesano. Tutti siamo peccatori! Approfittiamo di questo momento che viene e varchiamo la soglia di questa misericordia di Dio che mai si stanca di perdonare, mai si stanca di aspettarci! Ci guarda, è sempre accanto a noi. Coraggio! Entriamo per questa porta!».
Mai come in questo momento difficile della storia dell’umanità, ferita da malvagità e violenza inaudita, abbiamo tutti bisogno di fare esperienza della misericordia divina per essere testimoni di perdono e di pace negli ambienti in cui viviamo. Ben venga, allora, l’idea di una porta sempre aperta che richiama alla mente e al cuore la bellissima realtà della misericordia di Dio che è a disposizione di tutti. Ognuno di noi è però chiamato a intraprendere un cammino, fisico e spirituale, per fare esperienza di questo grande dono: celebrare il Sacramento della Riconciliazione, confessando i propri peccati; vivere la Santa Messa, consapevoli che la misericordia divina si è incarnata nella persona di Gesù; recitare la professione di fede, il Padre Nostro e pregare per il Papa; fare un gesto di carità verso gli ultimi attraverso un’opera di misericordia spirituale o corporale; fare un breve pellegrinaggio a piedi varcando una delle porte sante scelte per questo Giubileo.
Le condizioni necessarie per ottenere l’indulgenza devono però essere accompagnate dalla consapevolezza che è necessaria una conversione personale e comunitaria, spirituale e pastorale. Ci vengono così, ancora in aiuto, le parole del Papa: «se la porta della misericordia di Dio è sempre aperta, anche le porte delle nostre chiese, delle nostre comunità, delle nostre parrocchie, delle nostre istituzioni, delle nostre diocesi, devono essere aperte, perché così tutti possiamo uscire a portare questa misericordia di Dio».
Il prossimo 13 dicembre sarà quindi aperta la Porta della Misericordia nella Cattedrale, a Molfetta. É stata volutamente scelta solo una Porta Santa per l’intera Diocesi perché desideriamo vivere l’unità ecclesiale attorno alla Chiesa Madre che, per quest’anno sarà un vero e proprio Santuario della Misericordia dove, in modo particolare, i fedeli potranno confessare i propri peccati sperimentando che il perdono di Dio è come una porta sempre aperta.