Arresto sindaco Riace: mons. Bregantini (Campobasso-Bojano), “migranti una risorsa non un pericolo”

3 ottobre 2018

“Davanti al fatto degli arresti domiciliari del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, esprimo la mia profonda amarezza e dolore. Per lui e per tutta la comunità del paese e della Calabria tutta, dove sono stato vescovo per ben 14 anni” della diocesi di Locri-Gerace. Così mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano esprime “una parola di vicinanza e di solidarietà, che possa essere di conforto all’amico Mimmo e di luce per tutti i fedeli della zona”. Per il presule, “l’agire di questo sindaco, coraggioso e tenace, sia stato fecondo di bene e fortemente progettuale”. In questo cammino, ricorda l’arcivescovo, “ha coinvolto progressivamente l’intero suo paese, Riace. Specie il centro storico, dove ha potuto così riattivare e riabitare tante case vuote, perché i proprietari erano emigrati altrove. Terra quindi di emigrazione, la Calabria. E perciò terra che meglio può esprimere un cuore vivo di empatia relazionale”. Proprio su questa empatia relazionale “ha poi proseguito il suo cammino, sostenuto personalmente anche dalla nostra Chiesa di Locri-Gerace”. Secondo Bregantini, Lucano “è stato un uomo lungimirante, un sindaco che ha capito che solo valorizzando gli immigrati si porterà beneficio ai nostri cittadini italiani. Non uno contro l’altro, ma solo insieme”. E così “ha creato benessere per tutti”.
Il presule, ora, confida nella magistratura “perché possa far luce su tutta questa dolorosa vicenda”, in quanto “è in gioco il bene comune del paese”. L’arcivescovo si rivolge, poi, alla politica chiedendo “di riflettere bene su questo ‘modello’, specie in questo momento di grandi battaglie, per evitare che in futuro il binomio tra sicurezza e migranti diventi negativo e di contrapposizione. I migranti, come si impara da Riace, sono una risorsa non un pericolo. Riattivano paesini che stanno morendo, come già constatiamo con tante trepidazione anche in Molise. Accoglierli con saggezza e con un buon piana di integrazione, specie insegnando loro la nostra bella lingua italiana, renderà più aperti i nostri cuori e le nostre città”.