Luce e Vita

Avvento familiare

Editoriale del n.39 di domenica 29 novembre 2020

Attendere chi…o cosa?  Lev 39_2020
Attendiamo la famiglia.
Parafrasando un antico detto, ci vien voglia di dire: famiglia, attendi te stessa! Il filosofo Diogene girava per Atene in pieno giorno con una lanterna accesa e a chi gli chiedeva cosa stesse facendo, rispondeva: “cerco l’uomo!”. Se non fossimo tacciati di pazzia, anche noi vorremmo fare la stessa cosa, girare in pieno giorno per i nostri condomini, bussare agli appartamenti e chiedere: cerco la famiglia!
Alcuni appartamenti non si aprirebbero perché certi stabili sono dei dormitori: i genitori lavorano tutto il giorno, i figli studiano o sono all’università o sono fuori e si riuniscono solo la sera per… cenare e andare a dormire. Forse però in tempo di covid, tra lavoro da casa, didattica a distanza, qualcuno lo potremmo trovare, solo che trovando le persone fisiche, sparpagliate nelle stanze di un appartamento, ciascuno davanti allo schermo di un pc, non sappiamo se troveremmo la famiglia.
Si, appunto, la famiglia! Quella rete di relazioni e di circolazione di beni dello spirito che è appunto la famiglia. Allora ci sposteremmo per la strada e chiederemmo ai passanti cosa pensano della famiglia, cosa sono le famiglie in cui vivono, anzi chi sono. Semplicemente ci piacerebbe sapere se cercano ancora la famiglia, se vogliono incontrarsi e stabilire relazioni. Tante famiglie non si cercano, semplicemente si lasciano vivere. E questo accade perché tante famiglie non conoscono la grandezza della propria realtà e della propria vocazione. Appunto non si conoscono, sono delle estranee a se stesse. Dalla famiglia spesso si fugge o la si vive a proprio uso e consumo.
La famiglia non può essere un rifugio per la mancata realizzazione dei figli, né tantomeno una realtà da cui si scappa per realizzare se stessi dimenticando genitori e fratelli. A volte siamo tentati di fare un tuffo nel passato e rimpiangerne i modelli familiari, nei quali i membri vivevano relazioni sicure, in un porto sicuro. Spesso però quel modello era anche debole perché creava legami che impedivano realizzazioni personali; oggi è ugualmente debole perché creando pochi legami, non riesce a sanare il senso di insicurezza, con cui tanti giovani crescono.
Allora la stiamo cercando, la famiglia. è nostro dovere cercarla e trovarla, perché nella famiglia noi siamo, esistiamo e ci muoviamo. Ci faremo aiutare da questo tempo liturgico dell’Avvento.
Come Ufficio di Pastorale Familiare abbiamo pensato di accompagnare questo tempo forte con una riflessione domenicale, a sfondo familiare, realizzata dalle coppie della nostra èquipe diocesana. Vogliamo suscitare interrogativi e dialogare con tutti, dato che nessuno ha la ricetta in tasca, suggerendo un breve commento alle Letture, attività e stili di vita.
Sappiamo molto bene che non esiste un modello univoco di famiglia, soprattutto perché le famiglie vivono situazioni che cambiano con l’evolversi della vita. La famiglia con i figli piccoli è diversa dalla famiglia in cui vivono figli giovani, studenti universitari o con difficoltà lavorative o che stanno per sposarsi o con figli disabili o con genitori che invecchiano e hanno bisogno di progressiva assistenza.
Quale rapporto possono avere figli sposati con i genitori anziani? Il rapporto con gli anziani è la prova del nove del tipo di famiglia che abbiamo costruito o che vogliamo costruire.
Avvento familiare, dunque! Guardando le volte della mia parrocchia affrescate dagli eventi dell’infanzia di Gesù, il mio nuovo vice parroco ha genialmente pensato di fare una catechesi ai bambini puntando il laser verso quelle figure. Voglio scegliere questa immagine: puntare in alto! La famiglia è quella che sta in alto, puntando verso di essa il laser della nostra speranza. Il modello di famiglia che Gesù ci ha donato, facendosi uomo, vivendo e valorizzando il luogo umano della crescita, quel luogo dove Dio è amato e gli uomini sono serviti.