“Per mille strade verso Roma”, un’esperienza indelebile per migliaia di giovani

di Roberta Carlucci*

Settantamila giovani, di cui quarantamila camminatori per mille strade di tutta Italia, provenienti da duecento diocesi hanno scosso la soporosa e torrida Roma agostana, riempiendo Circo Massimo nel pomeriggio dell’11 agosto e piazza San Pietro nella mattinata del 12 con tutti i colori e i desideri che portavano addosso. Erano lì per partecipare all’evento di incontro e preghiera con Papa Francesco “Per mille strade verso Roma”, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana in preparazione al Sinodo dei Vescovi “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” che avrà luogo dal 3 al 28 ottobre 2018.

Dalla nostra diocesi, hanno preso parte a questo importante appuntamento ottantadue giovani che, prima del week end, hanno camminato per i Castelli Romani dal 6 al 10 agosto, accogliendo la proposta di questa esperienza pervenuta dalla Pastorale Giovanile Italiana e articolata nella scelta di luoghi, percorsi e momenti dal servizio diocesano della PG. Agli ottantadue camminatori, si sono aggiunti, dalla mattina di sabato 11, altri trentacinque giovani condiocesani.

Per le strade di Roma, a vederli arrivare da lontano nei luoghi dell’evento, con i materassini arrotolati e agganciati sugli zaini, sembravano angeli dotati di tante ali variopinte, pronti a far librare verso il Cielo tutti i loro sogni e le aspettative per il futuro.

Sì, sembravano proprio degli angeli in terra questi giovani, annunciatori (angelo viene infatti dal greco antico ἄγγελος, ànghelos = “messaggero”) di una bellezza che risiede anche nella fatica, pronti sempre a spiccare il volo verso azzurrità che sorpassano gli orizzonti tante volte ingrigiti degli adulti.

Nei giorni precedenti, però, soprattutto chi ha camminato ha tenuto saldi i piedi per terra, ha portato cuore e zaino su quei piedi talvolta provati ma sempre tenaci, per sperimentare “la gioia della fraternità e della comunione ecclesiale” (parole pronunciate da Papa Francesco dopo l’Angelus di domenica 12 agosto nel saluto ai giovani pellegrini, ndr).

Il Papa e il Card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, hanno a più riprese ringraziato i giovani per essersi messi in gioco nell’esperienza dei cammini. Per tante comunità cittadine ed ecclesiali, questi cammini sono stati volto tangibile della tanto invocata “Chiesa in uscita” del pontificato di Francesco.

Il Papa, così come il card. Bassetti, di fronte a una platea tanto ampia e giovane, si sono sentiti fieri pastori di un gregge fedele e temerario, che osa andare oltre i propri confini per incontrare l’altro e tutta quella Chiesa che fa da battistrada al cammino quotidiano di ciascuno. Simpaticamente, si può notare come un altro confine oltre il quale i giovani sono andati è stato quello dello Stato del Vaticano. Nella mattinata di domenica i giovani sono stati così numerosi da occupare non solo tutta Piazza San Pietro ma anche buona parte di via della Conciliazione, su cui hanno avuto la possibilità di seguire dai maxischermi, talvolta distesi sui materassini, perché sfiniti non solo dai cammini ma anche dalla notte bianca, o meglio, in bianco organizzata a Roma per l’occasione.

Dall’alto della piazza era possibile apprezzare il gran numero di presenze nonché il caleidoscopio dei colori delle maglie e delle bandiere (tra le quali anche quelle di giovani provenienti da UK, Francia, Albania, Polonia, solo per citare alcuni dei Paesi presenti) che rappresentavano anche la pluralità di carismi e movimenti ecclesiali convenuti per l’iniziativa (Azione Cattolica, Gioventù Francescana, Missio Giovani Italia, Neocatecumenali, Rinnovamento nello Spirito, Salesiani, Scout, Sermig – Servizio Missionario Giovani, e tanti altri ancora). Una folla davvero festante, che sembrava eco della recente GMG di Cracovia e anticipo della prossima di Panama. Durante il passaggio del Papa sulla papamobile (ha ripetuto per quasi due volte il giro spingendosi fino a via della Conciliazione e passando per tutti i corridoi transitabili), questa distesa sterminata di giovani appariva come un campo di tanti girasoli pronti a direzionarsi in maniera sincrona verso Francesco non appena era prossimo a passare.

Il Papa in questo week end appena trascorso non ha solo fisicamente teso mani i giovani con tanta gioia ed entusiasmo, ma ha anche lanciato con le sue parole tanti semi di bene nei loro cuori.

La densità dei temi toccati è stata altissima, soprattutto nel dialogo con alcuni giovani presenti sul palco di Circo Massimo prima della veglia di sabato pomeriggio. È tornato a parlare del tema a lui caro dei sogni, speranze da coltivare ma sulle quali è opportuno fare discernimento perché possano portare a costruire delle realtà concrete. Ha ripetuto ancora una volta “Non lasciatevi rubare i sogni” e ha affermato che “Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato”. Per spiegare meglio l’importanza di seguire i propri sogni, ha raccontato con la sua consueta narrativa, accessibile a qualunque tipo di uditorio, i tratti salienti della storia di Francesco d’Assisi, lasciandone intuire lentamente il nome per poi rivelarlo solo alla fine del racconto.

Il coraggio di seguire i propri sogni e di realizzarli allontana da quella che definisce la divano-felicità e rende, invece, testimoni credibili. “La Chiesa senza testimonianza è soltanto fumo”. Con questa affermazione ha voluto sottolineare l’importanza della testimonianza, nonché della ricerca di buoni maestri che facciano crescere i giovani come futuri maestri ed esempi per le generazioni successive, affinché non perdano credibilità ai loro occhi come spesso la perdono gli adulti di oggi.

Il Papa ha parlato anche delle scelte definitive nell’ambito degli studi e del lavoro ma soprattutto nell’ambito relazionale e affettivo, sottolineando la necessità di un accompagnamento discreto e sapiente da parte degli adulti.

Nel commento prima dell’Angelus di domenica 12, ha lasciato a tutti una frase da ripetere come una giaculatoria “È bene non fare il male, ma è male non fare il bene” per incoraggiare a spendersi per il bene, a uscire da se stessi per andare verso l’altro.

Al termine Papa Francesco ha consegnato i doni dei giovani italiani (Crocifisso di San Damiano e Madonna di Loreto) alla delegazione di Panama per la prossima GMG 2019 e ha salutato tutti i presenti con l’auspicio che possano continuare a camminare nella carità nonché a testimoniare la gioia della fraternità e della comunione ecclesiale.

*accreditata per Luce e Vita