C’è una notte, una volta all’anno, in cui a ognuno è concesso esprimere i propri desideri e affidarli alle stelle. Si crea così un’atmosfera magica, di serenità e, soprattutto, freschezza, ristoro per la calura della giornata. Si tratta della notte di San Lorenzo, momento in cui è più facile scorgere le stelle cadenti, grazie alla tersezza del cielo. Per questa occasione, dunque, lo scorso 10 agosto, anche la parrocchia San Giacomo Apostolo di Ruvo ha voluto organizzare una serata per poter ammirare tale fenomeno.
Quest’anno, infatti, grazie al successo della prima edizione, i giovani della parrocchia hanno organizzato nuovamente l’evento “Se una notte d’estate un mito”, in collaborazione con l’associazione culturale “In folio”.
Molto sentita è stata la partecipazione da parte del pubblico, accorso anche dai dintorni di Ruvo e accolto all’interno del campo da calcio della chiesa. Per rendere il tutto più suggestivo, l’ingresso è stato decorato con delle poesie, appese a dei fili montati per l’occasione. Ognuno, con il proprio telo mare, ha contemplato il cielo e le stelle stando sdraiato e avvolto dal buio accogliente della notte.
Musica e poesia non sono mancate, anzi, sono state fondamentali per accompagnare il tutto e, soprattutto, per riflettere e meditare. In un primo momento, è stato narrato il mito di “Perseo e Andromeda” e, a seguire, hanno recitato i propri componimenti i poeti (e non solo) dell’associazione “In folio”. Le poesie erano intervallate da alcuni brani musicali molto profondi. Si sono susseguite, infatti, canzoni di Brunori Sas, De Gregori, Mia Martini, ecc… che hanno incorniciato il tutto, creando non pochi momenti di forte emozione, grazie anche alla voce del giovane Luca Mele.
Tra i componimenti, inoltre, non è mancata la lettura del “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” di Giacomo Leopardi. Si tratta di una delle poesie più belle che il poeta di Recanati abbia scritto. Risulta, inoltre, molto ricca di domande sul senso della vita. Pertanto, tali versi ben si confacevano all’atmosfera che, del resto, si era creata tra tutti coloro che si trovavano distesi a mirare il cielo.
Molto forti anche le parole del parroco don Gianni che ha espresso la sua meditazione sulle stelle, considerate da lui “note della canzone armoniosa di Dio, sentinelle eterne”.
Dunque, è stata una serata all’insegna di un viaggio interiore, alla ricerca della dimensione poetica della propria anima per aiutarla a non zoppicare, bensì ad orientarsi grazie a dei segnali stradali molto particolari, gli astri e le stelle.
Elisabetta Di Terlizzi