Il dolore del Papa, e nostro, per i migranti morti nel Mediterraneo

Angelus di domenica 20 gennaio 2019

«Cari fratelli e sorelle,

Oggi ho due dolori nel cuore: la Colombia e il Mediterraneo.

Desidero assicurare la mia vicinanza al popolo colombiano, dopo il grave attacco terroristico di giovedì scorso alla Scuola nazionale della Polizia. Prego per le vittime e per i loro familiari, e continuo a pregare per il cammino di pace in Colombia.

Penso alle 170 vittime, naufraghi nel Mediterraneo. Cercavano un futuro per la loro vita. Vittime, forse, di trafficanti di esseri umani. Preghiamo per loro e per coloro che hanno la responsabilità di quello che è successo.

“Ave o Maria,…”.

“Di fronte all’ennesimo, drammatico, naufragio di migranti, occorre far tacere ogni polemica e mostrare pietà”. Lo scrive in una nota la Comunità di Sant’Egidio a proprosito della notizia dei 117 dispersi al largo della Libia, tra cui anche donne incinte e neonati, a causa di un naufragio. “Non si può far finta di niente: per un senso di umanità, che dovrebbe accomunare tutti, ma anche perché la loro tragedia ci riguarda da vicino”. Secondo la Comunità “è davvero scandaloso litigare – come si è fatto nei giorni scorsi – su un piccolo gruppo di persone già salvate ma non sbarcate: di fronte ad un fenomeno di così ampie proporzioni, che riguarda non solo il futuro dell’Africa, ma anche quello del nostro continente”. Per questo motivo, “l’Unione dovrebbe mettere da parte i litigi e avere il coraggio di avanzare proposte di ampio respiro, le uniche che possono contrastare con efficacia i trafficanti di esseri umani”. Il primo passo, secondo Sant’Egidio, è quello di “continuare a salvare chi è in pericolo, non solo nel mare ma anche nel deserto e nei campi di detenzione in Africa”. “In secondo luogo, occorre intervenire con intelligenza, in modo consistente, nei Paesi di origine dell’immigrazione per consolidare la pace e creare soluzioni occupazionali, a partire dai giovani”. “In terzo luogo – continua la nota -, è urgente anche pensare a vie di ingresso regolare – come lo sono i corridoi umanitari per chi fugge dalle guerre – perché favoriscono l’integrazione, che è l’unica risposta umanamente, economicamente e socialmente sostenibile ad un fenomeno che ci accompagnerà anche nei prossimi anni”.

Sarà proprio il prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio, a proporre la riflessione in occasione della marcia e veglia della pace diocesana a Giovinazzo, sabato 26 gennaio 2019.

Uniamo la nostra preghiera a quella del Papa…